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Tesi di Laurea: la CSR di Leroy Merlin Italia

Di Valeria Cavalletti


Le scelte strategiche delle imprese multinazionali, investimenti sostenibili e Corporate Social Responsibility: il caso di Leroy Merlin.

Durante il percorso di studi universitari, presso l’Università di Roma La Sapienza, ho avuto la grande opportunità di approfondire il tema della Corporate Social Responsibility, una strategia imprenditoriale che in Italia si è concretizzata solo pochi anni fa. È nata così la mia passione per la CSR, quasi per caso, e da quel momento non l’ho mai lasciata, cercando di coltivarla a latere del mio percorso di studi; successivamente, e fortunatamente, l’occasione di studiarne più da vicino le singole sfaccettature si è presentata con la tesi di laurea.

L’idea dell’intero lavoro è stata quella di mettere in risalto gli aspetti imprenditoriali della CSR, analizzando quali fossero le implicazioni sociali, economiche ed ambientali del fare responsabilità di impresa; da qui si è fatta forte l’esigenza di trovare una impresa che fosse disponibile a fornire informazioni specifiche di sviluppo della CSR. L’Azienda di Leroy Merlin ha rappresentato la differenza concreta per la redazione della mia tesi, non solo per la strategia di CSR che mette in pratica, ma anche, e soprattutto, per la disponibilità che ha avuto nei miei confronti. Il Dottor Luca Pereno, manager di CSR, ha accolto con entusiasmo la mia proposta di intervistarlo, e da quel momento mi ha tenuto aggiornata costantemente sulle scelte aziendali in materia di responsabilità sociale. Dalla bellissima intervista sono emersi moltissimi spunti di riflessioni che sono stati fondamentali per le ricerche successive, dettandomi velatamente un fil rouge di tutto il lavoro che è stato rappresentato dall’analisi ambientale e dagli impatti che le imprese possono avere sul territorio. Fin da subito è emerso l’entusiasmo del Dott. Pereno nel mettersi in gioco ogni giorno per rendere unica l’Azienda con il suo fare CSR. Il core dell’intervista è stato il concetto di “valore condiviso”, che rimane centrale anche nel bilancio sociale che ogni anno l’Azienda pubblica. “Valore condiviso” vuol dire investire in qualcosa che torni alla comunità, che vada oltre il mero profitto e sia in grado di migliorare il benessere sociale. Dall’intervista si è evidenziato più volte quanto sia importante fare CSR, e di come sia stata una scelta fatta sulla volontà dei singoli membri (ovvero da tutti i dipendenti) che sono il motore che manda avanti l’Azienda, per tale motivo si è posto l’accento sulla scelta di voler assottigliare, per quanto possibile, le gerarchie, dando risalto alle idee di tutti. Si crea così uno spirito di impresa che si identifica nella somma degli sforzi, nella fede dei medesimi valori morali, culturali e della salvaguardia del patrimonio territoriale. I dipendenti, possono (e devono) sentirsi parte di un qualcosa, contribuendo con le proprie idee a fare una CSR sempre di maggiore qualità.

Il valore della condivisione è centrale nelle policies dell’Azienda, e questo è stato fondamentale perché si potesse ottenere un risultato importante, sotto l’aspetto sociale, ovvero quello di trasformare un “processo” aziendale in associazione. Dal 4 ottobre 2017 quel “processo” conosciuto con il nome di Bricolage del cuore è divenuto un’associazione il cui obiettivo è cercare soluzioni che siano in grado di dare un aiuto concreto.

Valore condiviso non è solo il raggiungimento del benessere sociale che si ottiene dalla semplice crescita economica del territorio in cui i punti vendita sono presenti, ma è anche sollevare le famiglie più disagiate, che non riescono ad usufruire dei vantaggi portati dall’incremento economico. Vi è un modo di essere responsabili che va oltre il profitto. È questa la differenza tangibile dell’Azienda rispetto ad altre multinazionali, quella di mettere in primo piano la società e l’ambiente prima che il profitto. Sono stata piacevolmente stupita del riconoscimento che Leroy Merlin ha ottenuto anche da Yunus vincitore del premio Nobel per la pace, questo dimostra che se si vuole, come in questo caso, si può veramente fare la differenza, pur senza rinunciare agli obiettivi di profitto di una impresa.

Si è cercato di mettere in evidenzia un punto importante, emerso con l’incontro, ossia un’idea di CSR che, discostandosi da quella di molte imprese multinazionali, cercare di non avere strategie, pianificare business planning che siano in direzione del guadagno, al contrario, puntare sulla vera sostenibilità sociale. Si esce fuori dai canoni economici delle multinazionali, che seppur attente alla CSR rimangono ben salde sul principio della “massimizzazione del profitto” prima di tutto.

Dalle ricerche condotte si è spesso rilevata, da parte di molta letteratura economica, la difficoltà di concretizzare la CSR, ritenuta per molti decenni una pura teoria astratta e poco concretizzabile; Zamagni sul piano della letteratura e Leroy Merlin su un piano più pratico, determinano due pensieri che vanno contro quanto espresso più volte dai maggiori economisti. Si è chiaramente dinanzi ad un abbaglio quando si sostiene che la CSR non paga, al contrario, la CSR crea un guadagno, che non necessariamente deve intendersi in termini economici.

Cosa vuol dire CSR? La CSR paga? Sono state le prime domande che ho posto al Dott. Luca Pereno, e che probabilmente sono le domande che nell’immaginario collettivo si pongono in molti quando sentono parlare di sostenibilità e responsabilità. Sono molti quelli che si chiedono “per chi si fa la CSR e cosa ne torna”, per prima mi sono posta queste domande, aspettandomi risposte che in qualche modo fossero una chiara dimostrazione pratica di quanto avessi letto, e studiato, fino a quel momento. Il Dottor Pereno è riuscito a fare una CSR sdoganandosi dai canoni classici dell’economica, affermando con parole dirette che la CSR è “fare bene ciò che si sta facendo”, tanto che ognuno nel suo quotidiano con le proprie azioni può fare CSR. Si è quindi ribadito quanto detto poc’anzi, ovvero che si può fare CSR andando ben oltre la semplice analisi economica, che non deve tradursi solo in un numero, ma è qualcosa di più, è condivisione, mettere insieme valori universali di responsabilità ambientale, sociale ed economica e raggiungere un obiettivo tangibile.

Parlando di Stakeholder, ovvero di tutti quei soggetti che ruotano attorno all’Azienda, tra cui anche e soprattutto i consumatori, spesso non riescono a percepire che entrando in un negozio Leroy Merlin hanno la possibilità di trasformarsi in consumatori sostenibili che incentivano il made in Italy. Questo è dato dal fenomeno economico che vuole che un prodotto certificato come sostenibile abbia un prezzo più alto. Nel caso di Leroy Merlin tutti possono essere sostenibili, facendo del bene all’ambiente e a sé stessi.

Il fine del mio lavoro è stato proprio quello di smentire la letteratura economica che ha ritenuto per anni la CSR sono una teoria impossibilitata ad avere una praticità e concretezza, mettendo così in risalto un esempio tangibile, che avesse raggiunto un risultato importante per dimostrare che si può fare CSR e che lì dove è svolta con trasparenza e serietà è in grado di dare un contributo a tutti, creando valore condiviso. Come? Credo che Leroy Merlin stia facendo già molto, riducendo di oltre 900 tonnellate di CO2, già questo è valore condiviso.

Quando si studia la CSR è frequente trovare imprese che si focalizzino solo su alcuni aspetti, in modo particolare all’ambiente, puntando su investimenti mirati a nuove tecnologie ed innovazioni più “green”. Sono rare le imprese che riescono a fare una CSR che sia efficace a tal punto da raggiungere le esigenze di tutti, ambiente, società, dipendenti e a contribuire al raggiungimento del benessere economico. Leroy Merlin ha il merito di portare avanti una politica di sostenibilità e responsabilità sociale globale, tanto è vero che per le operazioni sostenibili che pone in essere ogni giorno meriterebbe una attenzione mediatica più rilevante. Da parte dell’Azienda si nutre la speranza affinché i consumatori prendano coscienza degli sforzi dell’Azienda in termini di CSR un sistema di trasporti poco inquinante e una riqualificazione urbana, grazie all’obiettivo dii riutilizzo di strutture già esiste, ove aprire nuobi punti vendita, per garantire un prodotto sostenibile.

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