Di Spazio Aperto Servizi Società Cooperativa Sociale Onlus
Il progetto prevede, per 12 anni, la gestione di 10 appartamenti “non Erp” di proprietà del comune di San Donato M.se. Il progetto si rivolge ad una eterogeneità di situazioni, nella convinzione che tale mix possa fornire un importante contributo al sostentamento sociale ed economico dei due condomini.
Nello specifico i destinatari del progetto – per quanto concerne le unità abitative – risultano essere: famiglie (anche monoparentali) in difficoltà abitativa, padri separati under 40, studenti e ragazzi, giovani coppie, ricercatori, lavoratori in trasferta e parenti di pazienti lungo-degenti. Ulteriori destinatari, attraverso le attività realizzate negli spazi dedicati al progetto, saranno: famiglie cittadine, associazioni territoriali e persone in cerca di occupazione. Inoltre, almeno un appartamento è destinato ad appartenenti alle forze dell’ordine, in servizio sul territorio comunale (limitatamente ai beni confiscati alla criminalità organizzata).
Il progetto LHUB punta a soluzioni di accompagnamento leggero che rispondano però al difficile compito di riportare i soggetti coinvolti a un’autonomia reale, e che trovi quindi una risposta sia in ambito abitativo, sia lavorativo, che di ricostruzione e ri-connessione della rete di supporto della persona. L’intervento punta sulla empowerment dei soggetti che devono collaborare alla costruzione interattiva del progetto e dei risultati. L’intervento proposto avrà come finalità la ricerca per il nucleo famigliare di un percorso condiviso di maggiore autonomia. Son stati scelte tre aree su cui operare: la cura familiare, la gestione economica finanziaria e la cura del contesto abitativo. Il progetto è da considerarsi di una durata massima di 36 mesi (18+18), vincolati al grado di collaborazione del nucleo stesso e al raggiungimento degli obiettivi condivisi con i servizi.
Il materiale donato da Leroy Merlin è stato utilizzato per la sistemazione e l’arredo degli appartamenti di Poasco e Certosa, appartamenti di varie metrature che necessitavano fondamentalmente di posa di aggrappante e imbiancatura, essendo stati consegnati come da fine lavori di cantiere. Abbiamo lavorato mettendo i connessione le nostre diverse realtà; progettando un sistema che prevedesse la costituzione di piccole squadre di lavoro di ragazzi delle nostre comunità per minori stranieri non accompagnati, supportati dai loro educatori e dal nostro Facility Manager, portando così alla sperimentazione delle capacità dei ragazzi, al loro mettersi alla prova e sentirsi utili nel fare.
Alcuni di loro avevano già avuto esperienza in questo ambito; Omar ha raccontato di quando, nel suo Paese d’origine, aiutava il padre imbianchino “per fare più veloce e avere più lavori”. Questo ha fatto si che spiegasse ai suoi compagni di lavoro come si tenesse in mano un rullo “evitando di fare la doccia”.
Mohamed, preoccupato per il suo ciuffo di capelli pettinato e sempre in ordine, ha accolto con scrupoloso ascolto i consigli di Omar e si è costruito un mantello di cellophane per non sporcarsi.
Durante questo tipo di esperienza sono scaturiti momenti di grande empatia e confidenza tra i ragazzi e con gli educatori, soprattutto quando hanno conosciuto la destinazione di tali immobili e le tipologie di nuclei/persone che li avrebbero abitati e alcuni di loro hanno avuto modo di riflettere su ciò che potrebbe essere una possibilità futura.
Non si è trattato quindi solo ed esclusivamente di lavoro pratico e di utilizzo di materiali, ma di contaminazione di progettualità, di esperienza, di condivisione di pensieri.
Buona parte del materiale donato è quindi stata utilizzata in questi appartamenti per l’iniziale allestimento.
Tutto il materiale per la manutenzione del verde è stato destinato allo spazio di via Triulziana, dove gestiamo altri appartamenti per famiglie in emergenza abitativa e un grande spazio comune con giardino.