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Le parole dell’economia civile: lotta allo spreco.

Toni D’Addese, Responsabile Supply Chain Leroy Merlin Rimini


Sono tante le dimensioni coinvolte quando si parla di lotta allo spreco, sia a livello personale, sia in riferimento a un’organizzazione grande e complessa come può essere quella di un’azienda. A maggior ragione quando della lotta allo spreco si vuol fare uno dei pilastri dell’agire d’impresa socialmente responsabile, come spiega Toni D’Addese, Responsabile Supply Chain del Negozio Leroy Merlin di Rimini.

Cosa vuol dire parlare di lotta allo spreco in azienda?

L’idea dello spreco è legata di solito a quella di una perdita economica. Vale in senso generale, vale per un’azienda e nel nostro caso, essendo i collaboratori di Leroy Merlin quasi tutti azionisti dell’azienda, vale anche per ciascuno di noi individualmente, poiché di fronte a uno spreco sentiamo la nostra parte di responsabilità per non essere riusciti a evitarlo, o ridurlo. Lo spreco, inoltre, viene spesso legato anche al concetto di povertà. Nel senso che, ad esempio, se spreco energia, posso poi trovarmi a dover affrontare una situazione di povertà energetica. Ecco, su tutti questi temi il nostro primo impegno è fare opera di sensibilizzazione, continua e direi su base quotidiana, presso i nostri collaboratori. Ma anche con i clienti e i fornitori. E non solo, perché con alcune iniziative ci spingiamo anche oltre quel perimetro.

Quali sono le principali iniziative che Leroy Merlin promuove nell’ambito della lotta allo spreco?

Sono tante e in alcuni casi avviate già da parecchi anni. Da tempo in tutti i negozi Leroy Merlin sono attive campagne di recupero degli imballli, dei bancali, che prima venivano indirizzati generalmente allo smaltimento, comportando quindi anche dei costi. Siamo riusciti a invertire questa tendenza e ora li recuperiamo, limitandone fortemente lo spreco. In pratiche come queste posso confermare che i negozi italiani sono all’avanguardia e spesso ci capita di “esportarle” anche in altri Paesi dove Leroy Merlin è presente. Un’altra iniziativa riguarda gli “ambasciatori” che stiamo inserendo: sono collaboratori, adeguatamente formati, che  parlano ai colleghi, ma anche ai clienti, dei prodotti che permettono di non sprecare e quindi di risparmiare energia o sul riscaldamento, informando sulle corrette modalità di utilizzo. Divulgano conoscenza, insomma. Anche coi fornitori, poi, portiamo avanti un lavoro importante, chiedendo loro di rispettare determinati requisiti ispirati anche alla filosofia del non spreco: ad esempio per quanto riguarda la produzione, gli imballi, la centralizzazione degli ordini finalizzata a ridurre il trasporto su gomma e a spostarlo su rotaia. Come dicevo, però, andiamo anche oltre clienti e fornitori. Nell’ambito del contrasto alla povertà e in particolare alla povertà energetica, dove Leroy Merlin è molto impegnata, ci rivolgiamo a persone e famiglie che si trovano in difficoltà, ad esempio difficoltà a pagare una bolletta. Anche attraverso le reti che abbiamo attivato con organizzazioni non profit, entriamo in contatto con queste persone e interveniamo sia fornendo i prodotti, come possono essere le lampadine a risparmio energetico che aiutano a ridurre gli sprechi, sia dando le informazioni che permettono di porre in essere comportamenti quotidiani di lotta allo spreco dell’energia. Da circa un anno e mezzo, infine, abbiamo avviato un nuovo progetto: riguarda tutti quei prodotti che tendenzialmente non vengono più utilizzati in negozio, e che quindi in sostanza finirebbero per essere sprecati, e a cui stiamo invece cercando di dare una nuova vita insieme alle associazioni con cui collaboriamo nell’ambito degli Empori Fai da Noi. Funziona così: diamo loro i prodotti non più destinati alla vendita, perché hanno magari piccoli difetti o hanno subito danneggiamenti marginali nel trasporto (piastrelle, porte), ma comunque pienamente funzionali. Le associazioni li recuperano con i loro laboratori. E li impiegano nuovamente in progetti di valenza sociale, ad esempio per arredare appartamenti di case famiglia. Due progetti pilota in questo senso sono partiti nei negozi Leroy Merlin di Rimini e Casalecchio di Reno. L’intenzione è definire procedure comuni per estenderli progressivamente su tutto il territorio.

Collaboratori, clienti, fornitori, cittadini: i gruppi di soggetti con cui vi relazionate, che percezione hanno delle iniziative che Leroy Merlin mette in campo?

La mia esperienza personale è che la percezione è in genere molto positiva. Dirò di più: spesso nelle persone c’è un vero entusiasmo. Ed è fondamentale, perché la percezione è ciò da cui spesso parte tutto il resto, cioè l’impegno e i comportamenti concreti. Certo, bisognerebbe poter sempre disporre del tempo adeguato per approfondire questi argomenti con i nostri interlocutori. Perché riuscire a trasmettere le informazioni giuste in modo efficace può fare la differenza in molti casi: occorre far capire l’utilità, il vantaggio che c’è nell’utilizzo di certi prodotti o nel porre in essere certi comportamenti.

Sappiamo di vivere in una società che con grande fatica si pone la questione del limite e che spesso vive di eccessi, e quindi di sprechi, a vari livelli. Su quali leve occorre agire, e quali sono i soggetti che vanno coinvolti, per una efficace lotta allo spreco?

L’arma più importante è la crescita della consapevolezza. Il consumismo in cui siamo immersi può arrivare a livelli inimmaginabili: si acquistano a volte prodotti che servono poco, o addirittura non servono, o che rischiano di scadere prima che li utilizziamo. Da qui lo spreco. Per cui non bisogna mai smettere di parlarne, bisogna tenere continuamente accesi i riflettori sul tema dello spreco: nelle istituzioni, in azienda, in famiglia. E soprattutto nelle scuole: dare l’esempio, oltre che le informazioni, ai ragazzi è fondamentale.

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