Di Leonardo Becchetti, economista
Siamo arrivati ad un punto di svolta nella storia del nostro sistema economico. Nel quale dobbiamo fare lo sforzo di capire che la sostenibilità (sociale ed ambientale) non è un sovrappiù o un lusso che in molti non possiamo permetterci, o un adempimento formale al quale non può corrispondere la sostanza dei comportamenti
Nell’attuale sistema economico la sostenibilità, ancorché difficile e faticosa da perseguire cambiando se necessario processi produttivi con investimenti ed innovazione, è l’unica forma di sviluppo possibile nel prossimo futuro. Quella verso la quale istituzioni e investitori finanziari indirizzeranno concentreranno regole e sforzi per ridurre l’esposizione loro e del sistema al cosiddetto rischio ESG, ovvero quel rischio prodotto dall’esposizione all’”irresponsabilità sociale ed ambientale. Da qualche anno infatti il World Economic Forum sottolinea come i principali rischi del futuro saranno legati all’aspetto climatico, alla gestione delle materie prime e ai conflitti sociali. Il più grande gestore mondiale di fondi d’investimento, Larry FInk di BlackRock ha scritto a fine 2018 una lettera alle maggiori multinazionali del mondo dicendo che se saranno fortemente esposte al rischio di irresponsabilità sociale ed ambientale perderanno la fiducia e il consenso dei portatori d’interesse con gravi rischi per la loro sopravvivenza. Per questo motivo BlackRock investirà solo in società meno esposte a questo rischio.
La sostenibilità non è solo, al negativo, un rischio da cui coprirsi ma anche una grande opportunità per realizzare utili e conseguire un vantaggio tecnologico e competitivo nell’economia del futuro. Per fare soltanto un esempio, una piccola società italiana Aquafil sta avendo un enorme crescita dopo la creazione di Econyl che è un filo di nylon ottenuto in gran parte con materie seconde e non con materie prime. Alcuni delle più grandi case di abbigliamento hanno iniziato ad acquistare ed usare Econyl mettendo in evidenza il suo marchio per comunicare ai propri consumatori la scelta della sostenibilità e sollecitarli a votare con il portafoglio per i loro prodotti. Un altro esempio interessante in Italia è quello di Erg, una società che ha convertito completamente la propria attività muovendo dal settore petrolifero a quello delle energie rinnovabili. Oggi Erg è al centro dei nuovi processi di creazione di energia ed è uno dei clienti privilegiati della massa enorme di fondi della green finance, un settore dove la domanda di destinazioni d’investimento finanziario è diverse volte maggiore dell’offerta.
Il grande tema della responsabilità sociale d’impresa del futuro sarà quello della generatività strettamente collegato con quello della qualità delle relazioni. Gli studi econometrici delle scienze sociali in materia di determinanti della soddisfazione e senso della vita identificano nella generatività la componente principale della felicità. Ovvero gli esseri umani sono felici se sentono che la loro vita è utile a realizzare progetti e a costruire relazioni. La domanda di generatività è uno dei bisogni profondi più importanti che si cela dietro il consumo di beni e servizi. Imprese leader nell’offrire assieme a beni e servizi occasioni di generatività ai propri utenti/consumatori avranno un importante vantaggio competitivo.
Come in passato siamo stati capaci di prevedere che la sostenibilità ambientale sarebbe diventato un tema cardine del futuro possiamo oggi anticipare che quello della responsabilità fiscale diventerà un tema molto importante. Cittadini, istituzioni locali e nazionali si domanderanno se e come le imprese localizzate in diverse parti del pianeta offrono il loro contributo per finanziare i servizi di welfare della popolazione locale (oltre che, direttamente con i propri progetti defiscalizzati, il welfare aziendale dei propri dipendenti).
La competitività futura delle imprese dipenderà in modo cruciale dalla capacità di soddisfare i bisogni profondi di generatività e qualità delle relazioni attraverso i beni e servizi venduti. Le imprese capaci di innovare in questo ambito si troveranno già su un sentiero privilegiato dalle istituzioni e dai fondi d’investimento. Sono questi i motivi per i quali le imprese più lungimiranti sono quelle capaci di capire che la Corporate Social Responsibility non è solo un adempimento formale (obbligatorio da qualche tempo in Italia per le imprese al di sopra di 500 addetti anche in termini di reportistica di bilancio) ma una grande occasione di innovazione capace di generare nuove modalità di creazione di reddito e vantaggio competitivo