Intervista ad Angelo Piepoli, Direttore del Negozio Leroy Merlin Bari Santa Caterina
Il tempo, i tempi, sono una dimensione fondamentale dell’approccio di RIgeneriamo che guida l’azione di Leroy Merlin nella prospettiva di uno sviluppo generativo. Angelo Piepoli, Direttore del Negozio Leroy Merlin Bari Santa Caterina, spiega come questa dimensione è vissuta e integrata nell’agire quotidiano.
Il tempo è la risorsa scarsa per eccellenza. Cosa significa “impiegarla” in una prospettiva di sviluppo generativo?
Significa scegliere su cosa investirlo: sul rigenerare beni, territori, persone. È necessario in particolare un uso del tempo più consapevole, dato che in un mondo che cambia alla velocità di un algoritmo il tempo sembra davvero non bastare mai. Utilizzarlo in un’ottica di generatività vuol dire anche compiere un passaggio da un atteggiamento speculativo a uno fondato sul concetto del dono, orientato a far fiorire qualcosa di nuovo. Il tempo, in questo senso, diventa appunto una forma di dono, di partecipazione, che spesso oggi è purtroppo poco considerato come valore. Bisogna invece riflettere sul fatto che il tempo investito per “rigenerare” persone consente, attraverso la transazione che avviene fra le persone, l’instaurarsi di relazioni importanti, che risultano fondamentali per un’organizzazione che voglia sviluppare la capacità di agire in un’ottica di bene comune.
Quali sono i progetti e le iniziative avviati dal vostro Negozio in cui è più evidente la centralità del fattore tempo?
Sono diversi. Uno è Lesson for good: i collaboratori del nostro Negozio, ad esempio, si sono messi a disposizione per dipingere la sede di AIPD-Associazione Italiana Persone Down, sezione di Bari. Donare tempo e materiali per rigenerare quei locali alla fine ha rigenerato anche, e forse prima di tutto, noi stessi. Qui ritorna il tema del risultato della transazione fra le persone di cui accennavo: da questa relazione, infatti, è nata la possibilità di uno stage, per una persona affetta da sindrome di down, che attualmente lo sta svolgendo nel nostro Negozio. Un altro esempio è il Bricolage del cuore nel quale abbiamo donato tempo e materiali (legno marino e pittura resistente all’acqua marina) per la scuola media “Monterisi Riccardo” di Bisceglie: ottimizzando il tempo con lo scambio di documenti per via digitale, in un solo incontro con i ragazzi della I media li abbiamo guidati, grazie all’aiuto offerto dai nostri collaboratori Anna Grazia Maiorano e Michele Varrese, alla realizzazione di cartelloni indicatori destinati a un percorso all’interno delle Grotte di Ripalta di Bisceglie, un luogo protetto del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Poi ci sono i Corsi di bricolage destinati agli istituti scolastici: abbiamo collaborato con l’Istituto comprensivo Aristide Gabelli di Bari, un grande plesso composto da sei scuole, fra elementari e medie, che abbraccia il progetto “scuola senza zaino” ispirato ai principi guida della condivisione, della responsabilità, della comunità e dell’autonomia. Collaboriamo con loro anche attualmente nella realizzazione di laboratori creativi nella Sala corsi del nostro Negozio: l’obiettivo è educare i ragazzi al fai da te, allo sviluppo della manualità. Insieme a loro abbiamo anche realizzato un mini-orto verticale e trasformato un contenitore porta-attrezzi in un contenitore di libri e quaderni da utilizzare in classe. Infine, abbiamo firmato un accordo con Open Source, una start up di Bari, a cui abbiamo donato materiali, competenze e ancora una volta tempo per allestire la loro sede a Bari vecchia, in cambio di 100 ore di formazione su temi digitali per i nostri collaboratori.
Da parte dei Collaboratori, il tempo speso in queste iniziative come viene percepito?
Dopo una fase iniziale in cui vi erano in parte anche diffidenze e perplessità, nel vivere e realizzare l’esperienza i collaboratori hanno avvertito che si stavano generando dei valori sociali e in particolare relazionali: con i bimbi, con i docenti, con i rappresentanti d’istituto, con alcuni posatori che hanno collaborato con noi, più in generale con la comunità. Alla fine tutto ciò si trasforma, seppur indirettamente, anche in generazione di valore economico: l’istituto ha infatti nel nostro Negozio un referente per i suoi acquisti, un partner che conosce bene e di cui si fida.
Da parte del territorio, delle organizzazioni e delle persone con cui entrate in contatto, un’azienda che mette a disposizione il tempo e le competenze dei suoi Collaboratori per creare beneficio comune, come viene percepita?
Per spiegare faccio un esempio molto concreto. Quello del professor Mauro Sasso, della scuola media di Bisceglie. È un biologo e un nostro affezionato cliente. Era venuto nel nostro Negozio per chiedere consigli su come realizzare il progetto a cui poi i nostri collaboratori hanno contribuito. Grazie al contatto con il nostro responsabile Risorse umane è nata la relazione. Queste sono le modalità e le basi su cui si fonda poi la generazione di capitale ambientale, economico, sociale, umano. Si è sviluppata empatia fra i nostri collaboratori, più in generale fra la nostra insegna e i ragazzi. Ma anche con i docenti, che hanno dedicato alcuni pomeriggi extra-lavorativi ad occuparsi del progetto. Al riguardo una delle espressioni più belle credo sia stata quella della dirigente scolastica Angela De Santo, dell’Istituto Aristide Gabelli di Bari: riferendosi a queste forme concrete di collaborazione, le ha definite “compiti di realtà”.