Intervista a Massimo Manzoni, Direttore del Negozio Leroy Merlin Napoli Giugliano
“Fare”, “fare insieme”, “fai da noi” sono pilastri su cui ruota l’impegno di Leroy Merlin Italia per uno sviluppo generativo. Possono avere molteplici declinazioni, specie quando si tratta di passare dalla fase di definizione delle strategie a quella della loro attuazione nella quotidianità. Per esplorarle abbiamo chiesto a Massimo Manzoni, Direttore del Negozio Leroy Merlin Napoli Giugliano.
Cominciamo dal “fare insieme” con i collaboratori: cosa significa?
Il “fare insieme” nel rapporto coi collaboratori, che è fondamentale per tutta l’attività aziendale, significa non solo lavorare insieme, ma stimolare il coinvolgimento di ognuno di essi, dando ascolto e attenzione. Vuol dire anche condividere, prima ancora delle strategie da adottare, la comprensione di quali sono i bisogni del mercato, le esigenze dei clienti, le caratteristiche del territorio in cui si è inseriti. È solo con il lavoro di squadra, infatti, con il contributo di tutti, che si riesce a porre in essere un’azione quotidiana e concreta che sia calibrata sulla realtà del contesto in cui si è inseriti. E quindi capace di avere successo. Alla mia squadra dico sempre che il nostro principale compito è mettere a terra le strategie, realizzarle, adattandole al nostro territorio. Per fare insieme, inoltre, occorre dedicare tempo alle persone e in un certo senso lasciar fare, cioè stimolare ad essere propositivi e protagonisti del proprio lavoro.
Come si declina invece il “fare insieme” nella prospettiva dei clienti?
La mia convinzione è che si debba lavorare sull’anticipazione dei bisogni dei clienti. Faccio un esempio: noi siamo molto concentrati sulla stagionalità della nostra offerta e nel farla partire il più possibile in anticipo, cercando appunto di cogliere il momento stesso in cui nasce nei clienti il pensiero del bisogno. Saper “leggere” questi bisogni, cioè, e soprattutto saperli anticipare, non è solo una questione di non perdere dei potenziali clienti, ma anche di credibilità e di reputazione. Ovviamente per poterlo fare devi avere una conoscenza approfondita del tuo territorio e del tuo bacino di utenza potenziale. Il che, di nuovo, si può realizzare solo collettivamente, insieme.
E nel rapporto col territorio?
Il nostro territorio, Giugliano, è molto eterogeneo, dal punto di vista sia geografico, sia sociale. È anche estremamente popoloso: Giugliano è infatti il Comune italiano non capoluogo di provincia con più residenti, conta circa 130mila persone. Inoltre, si tratta di un territorio molto esteso: 95 chilometri quadrati. Per fare un paragone, Napoli, che però ha un milione di abitanti, si estende su un territorio non molto più grande, di 114 chilometri quadrati.Ecco, queste sono tutte cose che vanno conosciute per condurre un’attività che possa crescere insieme al suo territorio. Va da sé che in un territorio con queste caratteristiche gli spazi per lavorare sui temi sociali sono molto ampi.
Quali sono i filoni principali su cui intendete sviluppare attività di valenza sociale?
Abbiamo già iniziato l’anno scorso, realizzato un progetto con una cooperativa sociale di Casal di Principe (Caserta): l’obiettivo era recuperare, riqualificandole, le strutture confiscate alla criminalità organizzata. Ma vogliamo e dobbiamo fare molto di più. In particolare vogliamo sviluppare progetti a beneficio di ragazzi e adolescenti, anche nella prospettiva dell’inserimento lavorativo, essendo il problema della disoccupazione particolarmente sentito in quest’area. Un altro filone su cui vogliamo attivarci in maniera importante è la cura dell’ambiente, a partire dalla raccolta differenziata e dalla lotta allo spreco. In questo senso, fare insieme significa anche dedicare tempo alla valutazione delle proposte e dei progetti di collaborazione che ci vengono sottoposti, che sono numerosi: solo così possiamo selezionare quelli più adatti alle nostre capacità, più in linea con la nostra strategia, nei quali il nostro contributo può produrre un impatto sociale più concreto e significativo.
Il “fare insieme” vale anche in riferimento agli altri Negozi che Leroy Merlin ha in Campania, vale a dire quelli di Afragola e Torre Annunziata?
Certamente, anche perché con gli altri Negozi LMI campani c’è un ottima sinergia e condivisione di strategia ed obiettivi. Abbiamo già attivato iniziative comuni a livello commerciale, con risultati positivi. Abbiamo lavorato insieme anche sul tema dei rifiuti, dandoci un’impostazione comune che agevolasse l’azione del recupero e smaltimento dei rifiuti da parte dei nostri partner tecnici: abbiamo ottenuto ad esempio di ridurre il numero dei viaggi per il trasporto e il trattamento dei rifiuti, il che ha prodotto un impatto importante sia sull’ambiente, sia sul conto economico. Su queste basi, vogliamo esplorare la possibilità di “fare insieme” anche in riferimento a iniziative e progetti sociali.
“Fare insieme” può portare vantaggi importanti ma anche costare parecchia fatica: come si bilanciano questi due aspetti?
Arrivando in questo Negozio tre anni fa ho promesso ai miei collaboratori soprattutto tanto “lavoro” per raggiungere grandi risultati, e penso mi riconoscano di aver mantenuto la promessa. Ma promesse, motivazione, coinvolgimento, tutto ciò deve essere alimentato e sostenuto dai risultati. Perché i risultati aiutano e consolidano la leadership, e mettono naturalmente energia positiva nel lavoro quotidiano e di proseguire nella traiettoria che si è indicata e condivisa con i collaboratori. Servono anche trasparenza, chiarezza, potersi guardare negli occhi ogni mattina, tenere i piedi per terra, e sempre con una “visione approccio “allo sviluppo delle persone e del business People&Business Growing Together. E poi non dimentichiamo che, sebbene si tratti di lavoro, bisogna anche provare a divertirsi.