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Rigeneriamo: Partecipazione

Intervista a Carmelo Costanza, Store Leader del Negozio Leroy Merlin Torino Moncalieri
Quella della partecipazione, intesa come modo di guardare, progettare e vivere il lavoro, è una vera e propria sfida che si ripropone ogni giorno. Come affrontarla? A rispondere è Carmelo Costanza, Store Leader del Negozio Leroy Merlin Torino Moncalieri.
Sul lavoro la partecipazione è un’urgenza?
La mia idea è che partecipare significa essere attivi e che partecipazione significa motivazione, dare un senso a quello che fai. Venire al lavoro motivati vuol dire avere consapevolezza di partecipare alla produzione dei risultati. Per questo è fondamentale rendere i collaboratori partecipi.Come si riesce a farlo?
Io utilizzo una tecnica che ho sperimentato in una mia precedente esperienza lavorativa, quando facevo l’insegnante. Si chiama metodologia della classe invertita perché si basa sull’inversione dei ruoli: là era la classe che faceva la lezione; qui sono i collaboratori che diventano leader dei progetti del Negozio. Faccio un esempio: mesi fa dovevamo individuare chi fosse la persona più adatta per ricoprire un nuovo ruolo ed è stato il Comitato di Direzione e pronunciarsi con un voto, non c’è stata una designazione top-down. Allo stesso modo c’è stata una forte partecipazione dei collaboratori quando si è trattato di auto-candidarsi per creare una nuova squadra di lavoro: è stata la trasparenza dell’intero processo e della strategia che ha prodotto la partecipazione.

Ci sono progetti in cui la dimensione della partecipazione è particolarmente evidente e centrale?
Quando ero Store Leader del Negozio Leroy Merlin Palermo Mondello, un’esperienza professionalmente ma anche umanamente molto forte è stata quella del progetto del Parco Uditore a Palermo. Me ne parlò un collaboratore che era in contatto con un gruppo di studenti che chiedevano un aiuto per rigenerare un parco urbano che si trovava nei pressi del Negozio: confiscato alla mafia, era stato consegnato ai cittadini ma la mancanza di risorse ne aveva fatto un luogo abbandonato. Per promuovere il progetto nacquero un sito web e una pagina Facebook. Abbiamo fornito impianti di irrigazione, piante, materiale di giardinaggio in generale e naturalmente tempo, know-how ed esperienza dei nostri collaboratori. Il parco è stato riaperto e restituito ai cittadini, noi vi abbiamo organizzato dei corsi per i clienti, è divenuto un luogo di attività culturali. È un progetto che porto sempre nel cuore.

Avete realizzato progetti simili anche a Moncalieri?
In occasione di Lessons for Good, l’anno scorso, siamo entrati in contatto con la Caritas di Torino relativamente al caso di una ragazza madre in situazione di disagio che non poteva tenere con sé il figlio anche a causa delle pessime condizioni del proprio appartamento. Serviva una casa “sana” e siamo entrati in gioco: ho proposto al Comitato di Direzione di partecipare alla rigenerazione di questo appartamento; venti collaboratori ci hanno lavorato per quasi una settimana; ma hanno contribuito anche numerosi artigiani che lavorano col nostro Negozio. Non so dire la soddisfazione quando ci hanno comunicato che quella madre, avendo avuto l’ok del Tribunale, poteva finalmente ospitare il figlio. Per Lessons for Good del prossimo 14 dicembre 2019 lavoreremo su un progetto diverso ma ugualmente ad alto tasso di partecipazione: contribuiremo alla ritinteggiatura di locali di una scuola elementare di Moncalieri e al progetto parteciperanno anche tanti genitori dei bambini della scuola.

La partecipazione entra anche nella relazione coi clienti?
Certo. Di recente abbiamo avviato la riorganizzazione del Negozio con la prospettiva di rendere i collaboratori più disponibili proprio per la relazione col cliente. Che poi è una sfida che definirei di sopravvivenza per realtà della grande distribuzione: dobbiamo rendere questi grandi luoghi meno simili a supermercati e più simili a negozi di bottega, come dire più umani, dove le persone vengono per avere un consiglio, stabilire una relazione. Dobbiamo ri-generare il Negozio con questa finalità. È un cambiamento culturale importante ma se c’è una strada, un modo per produrlo, quella è proprio la partecipazione.

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