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Rigenerazione urbana (SDG 11)

Intervista a Massimo Veronesi, Direttore Sviluppo Leroy Merlin Italia


Per rendere gli insediamenti umani, e in particolare le città, inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili, come indica il Global Goal 11, quello della rigenerazione urbana è un tema ineludibile. E riguarda da vicino anche le imprese, specie quelle come Leroy Merlin la cui attività è intimamente connessa agli spazi urbani e in particolare allo sviluppo immobiliare. Come spiega Massimo Veronesi, Direttore Sviluppo Leroy Merlin Italia.

Perché la rigenerazione è fondamentale nel quadro della realizzazione di “città e comunità sostenibili” di cui parla il Global Goal 11?

Terra e Suolo sono risorse scarse per eccellenza, non rinnovabili, con processi di degrado veloci e processi rigenerativi, invece, estremamente lenti. Per queste risorse, considerate strategiche e vitali, l’Europa a partire dal 2006 e poi nel 2011 con la “Tabella di Marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” ha fissato un obiettivo – tra l’altro rafforzato con l’approvazione del Settimo Programma di Azione Ambientale, “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta“, siglato nel 2013 – molto ambizioso: un “consumo netto di suolo pari a zero” al 2050. La forma più evidente, e irreversibile, di degrado del suolo è rappresentato dalla sua impermeabilizzazione, cioè dalla copertura di un terreno con materiali impermeabili artificiali, come asfalto e cemento. Per questo, per limitare al massimo nuovo asfalto e nuovo cemento, una delle azioni determinanti nelle politiche di azzeramento del consumo di suolo è quella di favorire la rigenerazione e riqualificazione del tessuto urbano. E lo si fa intervenendo sulle aree dismesse, sul patrimonio edilizio esistente. La vera “grande opera” del futuro, quindi, è la riqualificazione edilizia e appunto, più in generale, la rigenerazione urbana. Per questi motivi Leroy Merlin già da diverso tempo interpreta il suo impegno nella responsabilità sociale e per uno sviluppo sostenibile e (ri)generativo ponendo particolare attenzione alla strategia di sviluppo immobiliare. Alla riflessione approfondita, cioè, su difficoltà, opportunità, rischi collegati alla rigenerazione degli spazi e alla non costruzione di nuove strutture.

Quali sono le iniziative più significative avviate da Leroy Merlin Italia in quest’ambito?

La responsabilità che sentiamo verso il territorio ci ha spinto ormai da anni a perseguire lungo tutta la penisola importanti progetti di riqualificazione e di rigenerazione urbana. Ne segnalo alcuni fra i più rilevanti. In Sardegna, ad esempio, abbiamo individuato un complesso immobiliare di grandi dimensioni che prenderà nuova vita dalla rigenerazione di vecchi stabilimenti industriali oramai abbandonati. Si tratta di vecchi opifici industriali, da lungo tempo dismessi, che saranno oggetto di un intervento che ne conserverà la meravigliosa struttura di archeologia industriale e che avranno nuova vita con la realizzazione di un centro commerciale di moderna concezione: grandi spazi di co-working, zone verdi e ludiche, servizi per la comunità, parchi e spazi leisure. La memoria di chi negli anni in quei luoghi ha lavorato verrà tramandata alle future generazioni che avranno nuovi spazi per la loro vita quotidiana.

A settembre è stato aperto a Roma il nuovo Negozio Leroy Merlin Roma Salaria: quali soluzioni strategiche sono state adottate in quel caso?

Lo possiamo considerare un esempio di riqualificazione urbana. Si tratta di un grande complesso immobiliare, incastonato tra l’alveo del fiume Aniene e il Parco di Villa Ada, realizzato tra la fine degli anni 50 e i primi anni 60, che attraverso la riqualificazione è entrato nella sua terza fase di vita: da stabilimento produttivo, a officina industriale, a shopping center.

A Roma, inoltre, abbiamo in essere due diversi accordi che prevedono la rigenerazione urbana di due complessi immobiliari. Il primo è una vecchia fabbrica di imbottigliamento acque, oramai in disuso, che verrà demolita, ma la storica fonte verrà salvaguardata e l’intera zona verrà riqualificata, senza aumenti volumetrici e senza ulteriore consumo di suolo. Il secondo riguarda una grande area caratterizzata dalla presenza di capannoni industriali realizzati negli anni ’60, utilizzati per attività legate al gas: verrà riqualificata tramite demolizione e ricostruzione di nuovi edifici polivalenti (commerciali, residenziali). In questo caso le volumetrie aumenteranno, ma il progetto si lega alla realizzazione di alloggi da destinare all’emergenza abitativa. Ambiti dal degrado diffuso verranno ripensati per ospitare funzioni di livello urbano più consone, tra cui anche la realizzazione di una pista ciclabile in corrispondenza di una fermata della ferrovia urbana: si inserisce all’interno del progetto GRAB – Grande Raccordo Anulare delle Bici, che punta a far crescere gli spostamenti in bicicletta nell’area della capitale.

Qual è l’impatto positivo, sociale e ambientale oltre che economico, che questi progetti possono produrre?

Rigenerare è decisamente più complesso che semplicemente riqualificare. Rigenerare vuol dire governare il territorio con un approccio più ambientale che edilizio. La rigenerazione introduce cioè una logica del progetto urbano che include la qualità sociale, la sostenibilità, l’innovazione funzionale. La rigenerazione è l’espressione della città “della gente” e della qualità urbana.

Con la rigenerazione urbana si introduce nella pianificazione urbanistica e territoriale il principio del riciclo, dell’economia circolare fondata sulla riqualificazione dell’esistente e sul ridisegno del territorio urbanizzato. A essere interessato non è solo ciò che è costruito, ma anche spazi pubblici come piazze, parchi, giardini. E alcuni rilevanti progetti, nei quali Leroy Merlin è coinvolta direttamente, hanno ad oggetto proprio la riqualificazione non solo degli immobili ma anche di grandi porzioni del territorio comunale, che vanno ripensati dando priorità al benessere del cittadino.

Il quadro normativo e regolamentare favorisce le iniziative ispirate a principi di rigenerazione urbana?

A livello statale non c’è ancora una legge organica sul contenimento del consumo di suolo e sulla rigenerazione del patrimonio edilizio. Le Regioni più virtuose hanno iniziato a legiferare in materia, prevedendo misure di incentivazione come la riduzione degli oneri, bonus volumetrici e deroghe alle norme edilizie, prevedendo la semplificazione procedurale per rendere più snelli e spediti i processi, e prevedendo l’istituzione di fondi regionali per finanziare studi di fattibilità. In generale, tuttavia, “fare rigenerazione” è ancora molto difficoltoso. La nostra esperienza dice che progetti del genere hanno una fase autorizzatoria non inferiore a cinque anni, che possono diventare anche dieci. Riteniamo che sia necessario un approccio diverso, multidisciplinare, che si diffonda una nuova cultura del governo del territorio e della sostenibilità ambientale. Una cultura che in azienda, in riferimento alla strategia di sviluppo immobiliare ma non solo, abbiamo accolto e promuoviamo da tempo.

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