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Una giornata in Negozio

Di Manuela Rimoldi, Leroy Merlin Italia


Oggi è venerdì 24 Aprile 2020, ho la fortuna di poter andare al negozio di Solbiate Arno e ci vado in veste diversa non per fare una delle tante giornate in Negozio, ci vado come Volontaria Croce Rossa Italiana.

Qualche settimana fa mi contatta via mail Luca e mi chiede: Manu avete bisogno di qualcosa? Dimmi cosa vi serve come Croce Rossa e ci pensiamo noi, per quello che è possibile, con i negozi. Non posso che accettare l’offerta, in questo momento dove tutto per noi è utile e dove tutto è consumato in un attimo. Così prendo il furgone della nostra Associazione e la mia divisa di Croce Rossa. Sotto la mia uniforme da volontaria indosso, come ogni volta in cui mi presento in negozio – oggi con maggiore orgoglio e un pizzico di commozione – la maglietta ed il mio badge di LEROY.

Arrivare e vedere il vuoto nel parcheggio è qualcosa che già agita, eppure sei accolto da un ragazzo con il sorriso – che intravedi sotto la mascherina – e che ti avvisa: “siamo chiusi”. Ma Abbiamo appuntamento con il grande Emilio, che ci accoglie con un carrello e ci invita a fare il giro del Negozio e prendere ciò che serve alla Croce Rossa. Ci si chiede di cuore come va, come va il negozio, come stanno i ragazzi. Non manca mai l’ottimismo in negozio, anche se mi raccontano della fatica del lavorare con le mascherine, del non potersi salutare come sempre, della marea di ordini da evadere con un organico ridotto.

Entrare e vedere il negozio vuoto è toccante: corsie delimitate con il nastro bianco e rosso, corsie vuote, merce ferma. Ti senti svuotato e impotente… Giuro mi si stringe il cuore… Fa effetto vedere un Negozio svuotato della sua anima: clienti e colleghi.

Sono uscita felice, arricchita dal negozio e dal suo DARE perenne. Triste per l’impotenza e la voglia di rivoluzionare questo mondo. La “mia” Croce Rossa non può che ringraziare il Negozio e soprattutto i nostri Colleghi che sono sempre in prima linea. Giornate come questa mi danno un motivo in più per uscire in ambulanza, anche con questo maledetto Coronavirus

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