E il giorno dopo, prima di partire, prese due denari e li diede al locandiere, dicendogli: “Prenditi cura di lui e tutto quello che spenderai in più, te lo renderò al mio ritorno”.
È con la figura del locandiere della parabola del buon Samaritano che ci piace introdurre il primo bilancio dei benefici prodotti di (RI)GENERIAMO, una figura silenziosa e stupita.
“Stupito non tanto dalle ferite di quel povero uomo, perché lui sapeva che su quel cammino, su quella strada i briganti c’erano; e neanche per l’atteggiamento del sacerdote e del Levita, perché li conosceva e sapeva come era il modo di procedere. Il locandiere è stupito per quel Samaritano di cui non capiva la scelta.”
(Papa Francesco, il locandiere stupito, 10 gennaio 2017).
Il locandiere, figura di secondo piano e spesso dimenticata, è forse il personaggio della parabola che meglio ci rappresenta: come persone, come professionisti, come sognatori.
è da questo stupore che abbiamo deciso di iniziare. Uno stupore reciproco per dei mondi spesso lontani, che si incontrano ma proseguono per cammini separati: il “For Profit” e il “Terzo Settore”.
Non miriamo e non abbiamo le capacità di immergerci nella sofferenza come il Samaritano, siamo semplicemente un gruppo di professionisti che, pur avendo percorso cammini differenti, hanno scelto di fare una scelta.
La scelta di fondo di (RI)GENERIAMO è quella di lavorare “con” e non “per”: il passare quindi da un concetto tradizionale di filantropia a un concetto molto più ambizioso di generazione di valore. Nel nostro sogno ci piace andare oltre e ci piace immaginare che il locandiere non abbia solo lavorato con il Samaritano, ma abbia scelto di lavorare anche con il viandante percosso dai briganti.
È infatti il lavoro delle persone che sono coinvolte nelle attività di (RI)GENERIAMO che rende unica la nostra impresa: non siamo noi – come antichi principi rinascimentali – che lavoriamo per loro, ma volgiamo porci come colleghi, accumunati da una comune volontà.
Aiutare infatti non vuole dire tanto porgere una moneta a qualcuno, ma metterci in sintonia con la fatica, la sofferenza, le disperazioni e le speranze di coloro che vivono una vita ai margini.
Oggi, ancor più che in passato, ci sono troppe donne e uomini che fanno fatica a vivere. Sederci e lavorare accanto all’uomo disprezzato, emarginato, a colui che secondo le regole del successo è uno scarto umano, vuol dire assumerci la fatica del suo vivere. E non possiamo che iniziare dal lavoro, un lavoro dignitoso, giusto e motivante.
Le pagine che seguono racconto chi siamo, la nostra piccola storia, i nostri obiettivi e i nostri primi progetti.
Piccole cose ma che nascondo un grande sogno e una grandissima ambizione.
Il CDA di (RI)GENERIAMO, Elena, Erika, Ivan, Luca, Mauro, Marco, Salvatore e Sebastiano
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