
Lo scorso 18 marzo Leroy Merlin ha aperto il nuovo Negozio di Ancona, il primo nelle Marche e il cinquantesimo in Italia. Un’apertura accompagnata e in diversi casi anticipata da numerose iniziative all’insegna della sostenibilità e dello sviluppo (ri)generativo. Ce ne parla Dario Ternavasio, Store Leader di Leroy Merlin Ancona.
Perché tante iniziative sono state avviate anche prima dell’apertura del Negozio?
La nostra intenzione era ed è tradurre in realtà la filosofia che ci guida: essere utili per il territorio in cui operiamo. Abbiamo anticipato iniziative che solitamente realizziamo a Negozio già aperto proprio perché era un territorio per noi nuovo, che non ci conosceva. Volevamo far vedere, prima ancora di essere attivi commercialmente, che possiamo e soprattutto che vogliamo essere utili alla comunità in cui operiamo. Questo approccio ha dato inoltre molta soddisfazione, permettendoci di conoscere tante persone e realtà del territorio. Ed è risultato vincente, anche dal punto di vista commerciale, come abbiamo verificato dopo l’apertura.
Quali sono le principale iniziative che avete promosso per il territorio?
Siamo partiti a dicembre, quando abbiamo partecipato al Natale di Ancona, fornendo l’albero per la piazza centrale della città. Abbiamo però pensato anche alle persone che, per vari motivi, sarebbero state impossibilitate a venire a vederlo. Perciò abbiamo allestito e addobbato venti alberi di Natale, insieme a Made in Carcere, e li abbiamo donati ad altrettante organizzazioni e strutture che si occupano di persone in stato di bisogno, per portare il Natale anche a casa loro.
Proprio in quell’occasione siamo entrati in contatto con la Caritas di Ancona-Osimo e insieme abbiamo sviluppato il progetto dell’Emporio Fai da Noi, a cui normalmente si inizia a pensare quando l’attività del Negozio è già più matura.
L’Emporio Fai da Noi, invece, qui ha aperto addirittura prima del Negozio, rappresentando di fatto il primo nostro punto di contatto col territorio. Ora stiamo definendo i processi per alimentarlo su base continuativa, in particolare con la cessione dei prodotti anche solo leggermente difettati ma ancora in ottimo stato.
In un’ottica di restituzione, sapevamo di dover mettere a dimora molte piante, Allora, avendo a disposizione un bellissimo spazio intorno al Negozio, abbiamo deciso di renderlo piacevole e utilizzabile dalla comunità. Abbiamo scelto le piante più adatte e significative, che potevano ben integrarsi nel panorama ed essere particolarmente accoglienti per gli insetti impollinatori. Allo scopo abbiamo coinvolto il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche, in particolare il professor Ugo Pazzi, agronomo e presidente di Slow Food Marche.
Parlando col Comune di Ancona, poi, abbiamo scoperto che nella comunità c’era un’esigenza forte di avere a disposizione spazi coltivabili, orti urbani. Per cui abbiamo realizzato il progetto dell’Orto Fai da Noi. Al momento abbiamo chiuso la selezione delle candidature, circa quaranta, per i dodici lotti disponibili, per cui stiamo pensando a formule in condivisione per soddisfare quante più persone possibile. Coinvolgendo inoltre generazioni diverse, in modo che i giovani possano avere uno scambio culturale e di competenze con gli anziani e magari fare loro anche compagnia. Stiamo finendo di dissodare e recintare il terreno e il 19 maggio ci sarà la prima riunione, con l’assegnazione dei lotti.
E adesso stiamo valutando come e dove poter ospitare arnie per le api.
Quali, invece, le caratteristiche di sostenibilità del Negozio, per quanto riguarda in particolare la costruzione?
Ci siamo impegnati a rendere espliciti e a raccontare tutti gli elementi innovativi adottati nella costruzione del Negozio. I pannelli solari sul tetto, che produrranno oltre il 30% del fabbisogno energetico del Negozio. L’isolamento delle pareti e la riduzione nell’utilizzo di materiali, con conseguente riduzione dei consumi energetici. L’illuminazione interna 100% a Led. L’abbassamento dell’altezza del fabbricato di 50 cm., che sembrano pochi ma a valere su tutta la superficie del Negozio determinano, oltre alla riduzione del materiale utilizzato, una grande riduzione dei consumi annui per riscaldamento e condizionamento!
Come riuscite a raccontare quello che fate, prima di tutto ai clienti?
Trovare il modo giusto di raccontarci è fondamentale perché alimenta la conoscenza e la fiducia nella nostra insegna. Anche qui siamo partiti in anticipo. Sette mesi prima dell’apertura del Negozio è stata aperta la nostra pagina Facebook: oggi abbiamo circa 4mila follower e cerchiamo di alimentarla con una comunicazione non solo commerciale.
Abbiamo anche attivato un sito dedicato mentre selezionavamo il personale, per permettere alle persone di conoscerci prima dell’apertura del Negozio: abbiamo raccontato di noi, di chi siamo, delle nostre passioni e dei nostri valori. L’impatto è stato molto positivo e spesso i clienti entrando in Negozio ci riconoscono subito. Tra l’altro c’è stato un impatto positivo anche sulle persone che si sono proposte per venire a lavorare da noi. Poi dentro il Negozio abbiamo riservato un’intera parete al racconto di tutte le iniziative che mettiamo in pista. Dividendola in tre ambiti: le caratteristiche di sostenibilità dei nostri prodotti, che possono aiutare i nostri clienti a rendere le loro case più sostenibili; il nostro impegno per rendere più sostenibili i cicli di produzione, ad esempio sugli imballaggi e sul legno certificato; e il nostro lavoro di relazione con il territorio.
All’interno del Negozio abbiamo anche un hub per il riciclo, dove i clienti portano prodotti e materiali da smaltire e noi lo facciamo per loro nel modo più corretto.
Prossimamente arriverà anche un ecocompattatore per il riciclo delle bottiglie in PET.
Quanto impegno richiede tutto ciò?
L’impegno è notevole, ma ci rende orgogliosi e felici di far parte di una realtà come questa. Dà senso al nostro lavoro, ci fa sentire utili, è come una missione. Ed è molto attraente per i giovani che scelgono di lavorare con noi e coi quali entriamo in contatto attraverso i più diversi canali.
Tante associazioni locali, ad esempio, promuovono iniziative di “clean up”, di pulizia di aree del territorio, e stiamo cercando di entrare in contatto con loro per trovare il modo di collaborare fianco a fianco a giovani che scelgono di dedicare del loro tempo libero a beneficio della loro comunità. La chiave per noi è metterci in ascolto del territorio: solo così possiamo intercettare e comprendere le esigenze della comunità in cui operiamo.