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“La Lampadina Sospesa” per il contrasto alla povertà energetica: intervista a Silvia Pedrotti, Banco dell’energia

Sabato 19 novembre in tutti i Negozi Leroy Merlin in Italia torna “La Lampadina Sospesa“, l’iniziativa per il contrasto alla povertà energetica promossa da Leroy Merlin con Last Minute Market e Banco dell’energia Onlus. Ne parliamo con Silvia Pedrotti, Responsabile Social Affairs di A2a e della Fondazione Banco dell’energia.

Come s’inserisce questa iniziativa nell’attività del Banco dell’energia?

Direi che è perfettamente in linea con tutte le altre iniziative promosse dal Banco dell’energia, che è nato come Onlus su iniziativa di A2a e delle sue fondazioni e ha iniziato a parlare del fenomeno della povertà energetica nel 2015. In quegli anni, dialogando con gli stakeholder del territorio, ci siamo resi conto che il problema esisteva, anche se non aveva una definizione precisa, né soluzioni specificamente rivolte ad affrontarlo. Per questo motivo abbiamo iniziato a promuovere una serie di progetti rivolti alle famiglie cosiddette vulnerabili, cioè non in condizioni di povertà assoluta ma a rischio di scivolamento verso la povertà. Lo abbiamo fatto in collaborazione con numerose associazioni sul territorio, che sono poi quelle che realizzano i progetti che impattano direttamente su quelle famiglie. Ciò ha stimolato le stesse organizzazioni a porre maggiore attenzione su questo tema. Questo percorso ci ha portato a dicembre dello scorso anno a lanciare un Manifesto della Povertà Energetica, di cui Leroy Merlin, che ha lavorato anch’essa in maniera direi pionieristica su questi temi, è stata fra i primi firmatari.

Cos’è il Manifesto della Povertà Energetica?

Si tratta di un network di attori, di vario genere, che ritengono rilevante il tema della povertà energetica e, più in generale, il tema dell’educazione sui temi energetici. Dai 24 iniziali, oggi i membri del network sono già arrivati a 46, quasi raddoppiati in un solo anno: vi sono aziende, del settore energetico ma non solo, enti del Terzo settore di rilievo nazionale ma fortemente presente sui territori, istituti di ricerca.

Come si può definire esattamente la povertà energetica?

Fino a qualche anno fa, in effetti, non esisteva una definizione condivisa di povertà energetica. Questo è uno dei motivi per cui anche il metodo per individuare e misurare questo fenomeno è in continua esplorazione, e fornire dati a supporto è estremamente importante. L’Unione europea ha poi dato una definizione di povertà energetica (“una situazione nella quale un individuo o famiglia non è in grado di soddisfare i bisogni energetici primari necessari a garantire un tenore di vita dignitoso “) che abbiamo adottato anche noi. Il fatto è anche che l’energia è un tema di per sé complesso, difficile da afferrare e comprendere pienamente. Se pensiamo al modo in cui l’energia arriva nelle nostre case, ad esempio, c’è un discorso di generazione, di dispacciamento, di reti, e via discorrendo. Di solito tutto ciò è assai poco conosciuto, se non dagli addetti ai lavori, per cui un ambito su cui abbiamo insistito sempre è stato anche quello dell’educazione sull’energia. In ogni caso, quando abbiamo iniziato a fare raccolta fondi per progetti di contrasto alla povertà energetica, utilizzavamo un’equivalenza tra la donazione fatta e i giorni di luce o calore erogabili grazie alla donazione.

Cosa è cambiato di più da quando siete partiti anni fa a occuparvi di questi temi?

È cambiata innanzitutto l’attenzione al tema della vulnerabilità, che è molto cresciuta. Ciò anche grazie al lavoro fatto da tante associazioni che si sono focalizzate sul target dei vulnerabili, non solo di chi è già in una situazione conclamata di povertà, e hanno quindi sviluppato le competenze necessarie. Intercettare la vulnerabilità, infatti, è molto difficile. A volte gli stessi vulnerabili non sono pienamente consapevoli dei rischi connessi alla loro situazione o degli aiuti che possono ricevere, ad esempio il bonus sociale statale collegate all’ISEE (l’indicatore della situazione economica equivalente, ndr). Un altro elemento che è profondamente cambiato in questi anni è la conoscenza del tema energia, anch’essa notevolmente aumentata, anche in termini ad esempio di comprensione delle voci della bolletta, o di capacità di orientarsi fra le formule contrattuali dei fornitori di energia. È aumentata molto, poi, la capacità delle associazioni di formare le famiglie e i singoli cittadini su questi temi, anche per quanto riguarda la fruizione di incentivi statali come quelli legati al superbonus 110% per gli interventi sull’efficienza energetica degli edifici, alle energie rinnovabili, alle comunità energetiche. Questo è un aspetto fondamentale, perché va al di là di singoli progetti e può incidere in modo strutturale nella lotta alla povertà energetica. Mettendo insieme tutti questi fattori, forse stiamo vivendo una svolta culturale epocale.

Cosa auspica per “La Lampadina Sospesa” edizione 2022?

Innanzitutto io credo che la Lampadina Sospesa, che richiama ovviamente il caffè sospeso della tradizione napoletana o esperienze di successo come la colletta alimentare del Banco Alimentare, sia un’iniziativa veramente geniale! Perché uno dei problemi più grossi che si hanno con le famiglie vulnerabili è proprio quello di riuscire a convincerle a dotarsi di kit per il risparmio energetico, che comprendono una serie di dispositivi domestici e di prodotti, fra cui appunto le lampadine ad alta efficienza che possono garantire un risparmio energetico importante nel medio-lungo periodo. Il motivo è che di solito si preferisce spendere meno oggi, per via evidentemente delle disponibilità ridotte, e non si guarda alla convenienza nel medio-lungo periodo, che invece è quella che può fare la differenza. Per cui la genialità dell’iniziativa sta a mio avviso nell’aver trovato il modo da una parte di reperire, a costo quasi nullo per i beneficiari, dispositivi ad alta efficienza e ad alto risparmio energetico, che vengono appunto donati dai clienti (per ogni lampadina donata, Leroy Merlin dona a favore del progetto il relativo margine di guadagno, ndr). Dall’altra, di far arrivare questi dispositivi a chi ne ha più bisogno, cioè appunto le famiglie più vulnerabili con cui le quali sono in contatto le associazioni non profit che partecipano all’iniziativa. Il Banco dell’energia ha collaborato alla realizzazione di tutto il materiale informativo de La Lampadina Sospesa, fra cui un decalogo della lotta alla povertà energetica, che verrà distribuito ai punti vendita che promuoveranno l’iniziativa. Credo e spero, dato il periodo che stiamo vivendo, che l’iniziativa possa avere grande risonanza e grande successo. Il mio auspicio personale è che, come successo con l’emergenza sanitaria del Covid, anche una volta che l’attuale situazione di crisi energetica sarà passata, speriamo presto, grazie a iniziative come questa tutti noi potremo avere più strumenti anche culturali a disposizione per sviluppare un approccio più consapevole all’utilizzo dell’energia.