
Le Società Benefit e le B Corp, come (RI)GENERIAMO (sostenuta da Leroy Merlin), stanno crescendo in Italia e nel mondo. Sono queste le imprese che meglio rappresentano il modello di “impresa evoluta” che sa integrare e rispondere alle sfide sociali e ambientali? Ne abbiamo parlato con Eric Ezechieli, co-fondatore di NATIVA, prima B Corp in Italia e Società Benefit in Europa.
Cosa caratterizza maggiormente il movimento B Corp?
Il primo dato da sottolineare è che il movimento B Corp è nato come movimento globale di imprese impegnate per il bene comune. Dieci o solo anche cinque anni fa era praticamente sconosciuto. Oggi, invece, è entrato a far parte della cultura condivisa, almeno dal punto di vista della conoscenza. È stato anche un movimento che ha aperto delle strade: dal loro avvio nel 2006 negli Stati uniti le B Corp sono state pioniere a livello internazionale negli standard di misurazione del valore sociale e ambientale prodotto dalle imprese. Un tema di cui oggi ad esempio si discute a livello di regolamentazione nell’Unione europea e in altre aree geografiche. Un’altra innovazione promossa in tutto il mondo è stata quella dello status giuridico di Benefit corporation. Infine, è un movimento riconosciuto per la selettività che esprime: diventare B Corp comporta una selezione piuttosto severa e questo fa sì che le B Corp siano considerate dei punti di riferimento sui temi di sostenibilità.
Come s’inserisce l’Italia nello scenario mondiale?
L’Italia è stata il primo Stato sovrano al mondo, al di fuori degli Stati Uniti dove lo status giuridico di Benefit Corporation, come accennavo, era stato introdotto dal 2010, a introdurre nel 2016 lo status giuridico di Società Benefit. In Europa abbiamo tracciato la strada per la Francia, la Spagna, per altri Paesi che si stanno muovendo in questo senso, per non dire del lavoro che si sta portando avanti a livello di Unione europea per l’inclusione di tutti gli stakeholder nello scopo d’impresa. Proprio la combinazione tra lo standard introdotto per la misurazione delle performance di sostenibilità, e il nuovo status giuridico di Società Benefit, è ciò che rivoluziona il mandato che gli azionisti di una società assegnano al management: in una normale società di capitali, infatti, l’azionista pretende dal management che persegua un unico scopo, che è quello della distribuzione dei dividendi; in una Società Benefit, invece, lo scopo è trovare il bilanciamento tra creazione di valore economico per gli azionisti e creazione di valore sociale e ambientale per tutti gli altri portatori di interesse. Per farlo serve un vero e proprio cambio di mentalità: fare business perseguendo un unico obiettivo già è difficile, farlo perseguendone più di uno è ancora più complicato. Ma è questo il cambio di paradigma, e di mentalità, di cui c’è bisogno.
Che assonanze esistono con l’economia civile?
Il legame con l’economia civile è a mio avviso quasi naturale. Ne abbiamo parlato anche in una pubblicazione uscita qualche mese fa (“Un’impresa possibile”), incentrata appunto su questo movimento globale di imprese e sul nuovo ruolo del business nella società. Evidentemente l’economia civile ha una storia molto più lunga alle spalle: ce lo ha ricordato simpaticamente lo stesso professor Stefano Zamagni (fra i promotori della SEC-Scuola di Economia Civile, ndr), citando il Libro de L’Arte de la Mercatura di Benedetto Cotrugli, che nel 1475 già conteneva la descrizione di come deve essere condotto un business affinché possa beneficiare non solo gli azionisti ma la società tutta. Questi principi, dunque, si sono sviluppati in tempi lunghi nel profondo della storia e della cultura dell’imprenditoria italiana. I principi su cui si è sviluppato il movimento globale delle B Corp negli ultimi 15-20 anni sono ad essi perfettamente allineati.
Che 2023 sarà per le B Corp?
Fra le novità più importanti su cui è già iniziato il lavoro, che l’anno prossimo si espanderà, c’è CO2alizione Italia: è un’iniziativa che vede in prima linea le B Corp, le Società Benefit e in generale le aziende italiane che chiamerei “evolute”, promossa da NATIVA e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. L’obiettivo è sostenere la transizione delle aziende verso la neutralità climatica. L’impegno che queste aziende prendono aderendo a CO2alizione è quello di introdurre un obiettivo di neutralità climatica negli statuti aziendali, per dare forma a modelli operativi e di business evoluti, appunto, che integrano il raggiungimento delle emissioni zero di gas climalteranti. A oggi riunisce più di 80 aziende italiane, con un fatturato complessivo di oltre 20 miliardi di euro, che impiegano oltre 35mila lavoratori. Si tratta di un’iniziativa a nostro avviso di rilevanza straordinaria, tra l’altro un’innovazione a livello globale, e stiamo dialogando con altri network e associazioni d’imprese per espanderla ulteriormente nel corso del prossimo anno, anche al di fuori dell’Italia. Nel 2023, inoltre, si terrà un grande appuntamento, per il mondo delle B Corp e in generale delle imprese evolute.
Quale?
Il B for Good Leaders Summit 2023, un grande evento in programma l’11 e 12 maggio ad Amsterdam. A organizzarlo è principalmente NATIVA, insieme a B for Good Leaders Network, società costituita dai fondatori di B Lab Europe. L’obiettivo è chiamare a raccolta 1.500 amministratori delegati di aziende evolute che hanno fatto proprio il paradigma del “business as a force for good”, il business come forza positiva. L’edizione “zero” si è tenuta a Roma quest’anno ed è stata un successo strepitoso, con 600 CEO arrivati da mezzo mondo. L’idea è quella di creare una rete di leader che siano fortemente impegnati nel promuovere questo nuovo modo d’intendere l’attività d’impresa, che implica la mobilitazione completa di tutta l’azienda, lo sfruttamento di tutto il suo potenziale al fine di generare un impatto sociale e ambientale positivo. Sarà un evento decisamente lontano dall’idea di conferenza tradizionale. Assomiglierà molto, invece, a un incontro di progettazione. Il tema chiave sarà: passare all’azione.