È ai nastri di partenza B-to-3, il progetto legato alla rigenerazione urbana e all’housing sociale che Leroy Merlin e (RI)GENERIAMO promuovono in partnership con Homes4All, start-up innovativa, Società benefit e B Corp di Torino attiva sul fronte dell’emergenza abitativa proprio attraverso progetti di rigenerazione urbana. Ne parliamo con Mario Montalcini, Amministratore Delegato di Homes4All.
Qual è la missione di Homes4All?
L’idea imprenditoriale alla base è quella di creare una rete di privati in tutt’Italia che condividano il tema della riqualificazione immobiliare e abbiano una speciale sensibilità verso il problema dell’emergenza abitativa. Ci proponiamo come punto di raccordo tra i proprietari degli immobili da un lato e gli eventuali utenti degli immobili, cioè gli inquilini, dall’altra. L’obiettivo è mettere a disposizione dei primi dei servizi, come ad esempio la progettazione e la gestione immobiliare, per aiutarli a rigenerare il proprio patrimonio immobiliare; verso gli inquilini, invece, Homes4All si pone come una sorta di garante, cioè garantisce il pagamento del canone, accessibile, innestando ove necessario un accompagnamento sociale delle famiglie che vengono ospitate negli appartamenti riqualificati.
Come si è sviluppata la vostra attività in questi primi tre anni?

Homes4All è nata come Società benefit a fine dicembre 2019, appena prima dello scoppio dell’emergenza Covid. Il che, paradossalmente, ci ha reso più facile in quei primi mesi contattare le persone che desideravamo coinvolgere nel nostro progetto, perché eravamo tutti a casa e con del tempo disponibile. L’idea di Homes4All è piaciuta alla Città di Torino, che ci ha chiesto di partecipare a un bando, che poi abbiamo vinto, nell’ambito del Fondo per l’Innovazione sociale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con la Camera di Commercio di Torino, tramite il network Torino Social Impact (di cui anche (RI)GENERIAMO fa parte, ndr), la Compagnia di San Paolo e Unicredit come partner, con questo finanziamento abbiamo iniziato ad avviare la messa a regime della società. Con due successivi aumenti di capitale abbiamo registrato l’ingresso di circa 150 soci. Più recentemente hanno investito nel nostro progetto anche Sefea Impact, il più importante fondo di investimento a impatto, e l’Ufficio Pio di Compagnia di San Paolo. Nel 2022 Homes4All ha ottenuto la certificazione B Corp e abbiamo avuto l’onore e il piacere di ricevere il Premio Impresa Sostenibile promosso dal Sole 24 Ore con la Pontificia Accademia per la Vita. Oggi in gestione abbiamo circa 50 immobili, in parte di proprietà e in parte affidatici da privati.
Perché la scelta (tra l’altro la stessa di (RI)GENERIAMO) di essere Società benefit e poi anche di certificarsi B Corp?
È una scelta dettata da una parte dal fatto che vogliamo rigorosamente essere una realtà profit, che si rivolge a privati che hanno una ragionevole aspettativa di veder remunerato il proprio capitale. Dall’altra, dal fatto che il business che noi sviluppiamo è finalizzato alla creazione di benefici non solo economici e, soprattutto, soggetti alla misurazione dell’impatto sociale generato. In questo impatto c’è ad esempio che la nostra attività aiuta a costruire soluzioni per affrontare un’emergenza sociale, quella abitativa. Che contribuiamo, anche, alla riqualificazione di zone e quartieri in aree urbane considerate difficili. Che, in ultima analisi, ciò che facciamo favorisce la riduzione di fenomeni di disagio indiretto, che di solito si manifestano poi in comportamenti e situazioni che possono diventare di difficile gestione a livello urbano. La nostra volontà, mi permetto di dire il coraggio, di provare a coinvolgere dei privati intorno a un progetto di questo genere, fa sì che la nostra attività rientri pienamente in una logica di Società benefit e B Corp. Di un’impresa, cioè, orientata a generare un impatto sociale positivo.
Com’è avvenuto l’incontro con (RI)GENERIAMO?
Tramite conoscenze comuni, dato che avevo avuto precedenti contatti con il Gruppo Adeo in qualità di Presidente dell’Associazione Réseau Entreprendre, che si occupa di accompagnamento allo sviluppo d’impresa. Posso dire che, pur conoscendo i valori alla base dell’attività del Gruppo, sono rimasto particolarmente impressionato dal fatto che una realtà come Leroy Merlin si mettesse in gioco su un tema come quello della sostenibilità e in particolare della misurazione d’impatto. Per cui mi sono lanciato con grande fiducia nello sviluppo del rapporto con Leroy Merlin e (RI)GENERIAMO e posso dire di non essermi assolutamente sbagliato: ho trovato persone di grande valore e correttezza. Sono certo che costruiremo insieme ottime cose.
B-to-3 è il nome del progetto, che sta muovendo i primi passi proprio ora, sviluppato insieme a voi da Leroy Merlin e (RI)GENERIAMO. Di cosa si tratta?
La scintilla di B-to-3 arriva abbastanza da lontano. Nel senso che fra i nostri primi soci c’è uno dei maggiori investitori a impatto statunitensi nell’ambito dell’housing sociale per situazioni di emergenza abitativa, il cui modello d’intervento si può riassumere nella triade “lavoro-casa-aiuto sociale”. Tre elementi fondamentali, com’è evidente, per il benessere della nostra società, sui quali nel passato imprenditori illuminati hanno già articolato le proprie modalità d’intervento, anche se magari più in un’ottica di beneficenza. Qui invece ci muoviamo in un’ottica assolutamente imprenditoriale, che ha tuttavia nel rispetto e nella promozione di certi valori, di determinate modalità di comportamento che chiamerei sane prim’ancora che etiche, un suo punto qualificante. B-to-3 riassume un po’ tutte queste caratteristiche. La sua ambizione è creare, attingendo anche ai mancati profitti che Leroy Merlin accetta di conseguire, con una disponibilità che davvero le fa onore, in qualità di fornitore di materiali a prezzo agevolato per le nostre riqualificazioni immobiliari, un bacino di risorse che verrà poi impiegato per offrire ai giovani occasioni di formazione, tirocini, opportunità di lavoro nei cantieri collegati a quelle stesse riqualificazioni. La quali avranno ad oggetto appartamenti destinati ad accogliere famiglie in situazione di disagio economico, che hanno necessità di essere accompagnate nella ripartenza. Il primo intervento di B-to-3 riguarderà una palazzina di 16 appartamenti, quasi tutti destinati a famiglie riconosciute dalla Città di Torino in situazione di disagio economico. Per l’acquisto di tutti i materiali necessari alle riqualificazioni immobiliari ci appoggeremo appunto a Leroy Merlin, che come dicevo ha previsto condizioni economiche particolarmente interessanti proprio per sostenere le finalità degli interventi. A titolo personale, vorrei aggiungere che è stato molto apprezzato il contributo di Leroy Merlin, che ha messo a disposizione materiali a titolo gratuito, ai lavori per la realizzazione della nuova Sala permanente dedicata al grande alpinista Walter Bonatti all’interno del Museo della Montagna di Torino, di cui sono presidente.
Anche se sta muovendo solo ora i primi passi, B-to-3 ha le potenzialità per essere replicato e, come si dice nel gergo dell’impatto, “scalato” (cioè di crescere progressivamente di dimensione)?
Direi proprio di sì. Con Homes4All, per esempio, oltre che a Torino e in Piemonte siamo già presenti in Liguria, stiamo per entrare in Lombardia e guardiamo alla Puglia. Per cui intorno alle nostre attività, e mi riferisco in particolare proprio a quelle connesse al progetto B-to-3, crediamo sia possibile creare relazioni importanti di collaborazione facendo fulcro sui Negozi Leroy Merlin presenti sui territori in cui saremo anche noi attivi. Il progetto, insomma, ha le caratteristiche giuste per essere sviluppato, “scalato” appunto, a livello nazionale.
A suo avviso housing sociale e rigenerazione urbana sono la parte più importante, e forse più avanzata, dell’economia a impatto sociale che sta prendendo forma in Italia?
Il discorso da fare sarebbe molto ampio. Quello che vorrei sottolineare qui è che oggi nel mondo, ma lo vediamo anche in Italia, uno dei temi che ancora sono prioritari per una buona fetta della popolazione è la casa. L’emergenza abitativa, intendo. Su questo si innestano poi altri temi quali l’inclusione sociale, la salute, l’alimentazione, il lavoro e così via. Certo, le tecnologie avanzate, il digitale, possono aiutare in molti ambiti. Ma per tante persone, ripeto, la soddisfazione di bisogni essenziali come prima di tutto quello dell’abitare è ancora il problema principale. È qui che occorre incidere, anche con attività come la nostra, se vogliamo raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo sano. Di una vita decente per tutti.