Economy of Francesco 2022 (EoF 2022) è stato un evento che ha curato molto gli aspetti legati alla sostenibilità e in particolare alla riduzione dell’impatto ambientale: ce ne parla Giuseppe Lanzi, fondatore e Amministratore delegato di Sisifo srl Società benefit, responsabile del Progetto Sostenibilità di EoF 2022. Che, ci fa piacere ricordare, è stato anche ospite degli incontri dei Laboratori Tematici al Fuorisalone 2023 e in quell’occasione è stato intervistato dal team de #IFormidAbiliSocialTV.
Com’è nato il Progetto Sostenibilità di EoF 2022?
Economy of Francesco è un processo indicato direttamente nel pontificato di Papa Francesco, che ha voluto invitare ad Assisi giovani, economisti e imprenditori di tutto il mondo per fare una cosa molto semplice: rifondare l’economia. È un processo partito diversi anni fa, poi l’emergenza pandemica lo ha un po’ rallentato: la prima edizione fu annullata, la seconda si svolse online, nella terza finalmente ci si è potuti incontrare in presenza. Con Sisifo srl Società Benefit siamo stati parte del processo fin dall’inizio, anche perché dal 2017 abbiamo iniziato a seguire Fra Sole Assisi, il progetto di sostenibilità del Sacro Convento di Assisi, voluto da Fra Mauro Gambetti, poi creato Cardinale da Papa Francesco e nel 2021 nominato Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Il nostro lavoro per EoF 2022 è nato da lì, poi si è evoluto in seguito all’invito specifico che ci ha rivolto l’Arcivescovo di Assisi, Monsignor Sorrentino, di impegnarci proprio sul fronte della riduzione e misurazione dell’impatto ambientale dell’evento, il che era perfettamente in linea con le nostre attività di beneficio comune in qualità di Società benefit. Si è costituito un Comitato Organizzatore, composto dalla Diocesi di Assisi, dall’Istituto Serafico e da Economia di Comunione. Un contributo fondamentale è stato fornito ovviamente anche dal Comune di Assisi e in particolare dal suo attivissimo Sindaco, Stefania Proietti. Poi c’erano altre collaborazioni importanti, con il Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, le famiglie Francescane presenti ad Assisi, l’Istituto Pro Civitate Cristiana e il Santuario della Spoliazione. La forte volontà espressa dal Comitato Organizzatore, in coerenza con il messaggio dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, è stata quella di prestare grande attenzione all’impatto ambientale dell’evento, fin dalla progettazione, in particolare per la riduzione delle emissioni climalteranti ad esso associate. Del resto, non era pensabile invitare il mondo a parlare di certi argomenti e non mostrare massima coerenza nelle azioni quotidiane.
Su quali aspetti di sostenibilità vi siete principalmente concentrati?
Non abbiamo fatto particolari selezioni, nel senso che si è deciso di analizzare tutte le azioni messe in campo a livello di progettazione e di analizzarne la ricaduta in termini di emissioni, proprio al fine di minimizzarle. Inoltre abbiamo adottato un approccio sistemico, considerando sempre il tutto, nella sua complessità, e mai una sola parte. Abbiamo fatto invece delle scelte a priori, ad esempio: niente bottiglie di plastica, utilizzo di acqua pubblica, riduzione del packaging non necessario, no all’utilizzo di oggetti mono-uso, anche se per i noti problemi legati alla pandemia le autorità sanitarie hanno giustamente imposto l’utilizzo, ad esempio, di posate e di contenitori mono-uso, sui quali a quel punto abbiamo scelto quelli meno impattanti, biodegradabili e compostabili. Un’altra scelta a priori è stata quella di operare una raccolta differenziata molto spinta e assistita: i partecipanti provenivano da tutto il mondo e non potevano certo conoscere le regole locali per la raccolta differenziata. A presidiare questo aspetto, assistendo appunto i partecipanti, sono stati i ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Assisi, insieme ai loro professori e in generale ai cittadini di Assisi. Si tenga conto che un evento di questa portata modifica in maniera importante la vita quotidiana dei residenti, ad esempio per la mobilità. Ma non c’è stata nessuna una lamentela. Anzi, c’è stata grandissima collaborazione: i tavoli della mensa, per dire, sono stati messi a disposizione dalle Proloco del territorio. Ad accogliere i partecipanti, insomma, è stata realmente tutta la città.
L’enciclica Laudato Si’, oltre che evidentemente come fonte d’ispirazione, è stata utile anche come punto di riferimento operativo nella definizione di azioni e iniziative concrete?
Assolutamente. Come punti di riferimento abbiamo avuto da una parte la Laudato Si’, dall’altra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). Agli SDGs infatti abbiamo affiancato, in una prospettiva sinottica,i sette Obiettivi Laudato Si’ definiti dalla piattaforma dedicata promossa dal Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che non sono naturalmente né in sovrapposizione né in contrasto con gli SDGs, bensì complementari.
Ci può fare qualche esempio?
Certamente. Per il cibo, anche per offrire un sostegno all’economia locale, abbiamo dato priorità a cibi prodotti sul territorio, a chilometro zero e biologici. Con le uniche eccezioni di cibi prodotti su terreni confiscati alla criminalità organizzata o in circuiti dell’economia carceraria, che ci interessavano per il loro elevato impatto sociale. Nessun pasto, inoltre, è andato sprecato, perché appena terminava la distribuzione dei pasti, subito si muoveva l’organizzazione delle realtà locali che avevamo coinvolto per portare quelli in eccedenza a strutture attive nel contrasto alla povertà. Sui rifiuti, abbiamo ridotto le tipologie di rifiuti che si sarebbero prodotte, con una raccolta differenziata che alla fine è stata superiore al 90%. Gli allestimenti sono stati realizzati da Palm Società benefit, che ha fornito anche pallet certificati PEFC che poi sono stati riutilizzati in altri eventi (gli stessi allestimenti di EoF sono stati utilizzati nella Basilica di San Pietro in Vaticano per l’evento #Notalone “World meeting on human fraternity” organizzato dalla Fondazione Fratelli Tutti il 10 giugno 2023, dove Sisifo srl Società Benefit ha coordinato i partner di sostenibilità, ndr). Un lavoro importante è stato fatto anche sulla ricettività, dove abbiamo adottato il modello della ricettività cosiddetta povera: la maggior parte dei partecipanti ha alloggiato in stanze quadruple, triple e doppie, anche per favorire la socializzazione, messe a disposizione da strutture come conventi, case di accoglienza e ostelli, limitando cioè al massimo il ricorso a stanze singole in strutture alberghiere. Tutto questo è stato poi rendicontato nel Rapporto d’Impatto di EoF 2022, per la realizzazione del quale, visto che non siamo “tuttologi” e come del resto facciamo un po’ per tutti i nostri progetti, abbiamo creato un gruppo di lavoro multidisciplinare. Il documento che ne è uscito ha una parte più divulgativa, che racconta del contributo offerto anche dai partner meno “visibili”, e una più tecnica. C’è l’analisi dell’impatto complessivo dell’evento e in particolare c’è il calcolo certificato delle emissioni di CO2 prodotte e risparmiate.
Che impatto hanno avuto tutte queste azioni in termini di riduzione delle emissioni?
Per poterlo calcolare, per prima cosa, come si fa sempre in questi casi, abbiamo delimitato il perimetro su cui lavorare: abbiamo cioè considerato solo gli ambiti sui quali potevamo avere un impatto diretto. Per esempio, non sono stati inclusi i trasporti utilizzati dai partecipanti all’evento, sui quali non avevamo alcuna discrezionalità di intervento. Anche se sulla mobilità alla fine il Comitato e la Città di Assisi hanno comunque lavorato su questo tema: grazie a un accordo con Busitalia le navette all’interno di EoF 2022 erano tutte ibride o elettriche.Anche l’energia è stata esclusa, perché non era nostra facoltà scegliere il fornitore.Abbiamo invece lavorato al massimo sul contenimento dei consumi energetici. Mettendo insieme tutte le azioni realizzate, su materia, energia elettrica, acqua, rifiuti e pernottamenti, abbiamo calcolato che se avessimo adottato delle soluzioni tradizionali standard, cioè non orientate alla massima riduzione dell’impatto ambientale, avremmo prodotto emissioni per circa 144 tonnellate di CO2 equivalente (CO2eq). Le attività introdotte, invece, ci hanno permesso di ridurre le emissioni complessive a poco più di 27 tonnellate CO2eq, con un risparmio di oltre 116 tonnellate di CO2eq. Un risultato di cui siamo soddisfatti, ma si può ancora migliorare. Ad esempio, si può fare di più sul fronte della compensazione delle emissioni, che so essere l’ambito in cui si muove anche il vostro progetto L’Energia del Bosco (a EoF 2022 (RI)GENERIAMO ha avuto l’onore e il piacere di presentare il progetto L’Energia del Bosco insieme al nostro partner PEFC, ndr).
A quali iniziative state lavorando in questo senso?
Intanto è bene precisare che sebbene con la realizzazione del Rapporto d’Impatto il mandato che avevamo per EoF 2022 si sia concluso, non si è certo concluso l’impegno del Comitato Organizzatore, che prosegue assolutamente: c’è in particolare un progetto del Comitato in collaborazione con PEFC, per la valorizzazione e tutela delle aree boschive dell’Eremo delle Carceri, sulle pendici del monte Subasio, nell’Appennino umbro-marchigiano.