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Drive through a Leroy Merlin Caponago

Da oggi abbiamo l’orgoglio di ospitare un drive through per lo screening della popolazione in ambito scolare. I drive through sono i punti, gestiti direttamente dal personale dell’Azienda Sanitaria, in cui è possibile eseguire dalla propria auto i i tamponi naso-oro-faringei per accertare o meno la presenza del Covid19.  Anche con queste azioni, come il condividere e mettere a disposizione i propri spazi, si è utili alla nostra comunità e ai nostri abitanti. L’iniziativa nasce in collaborazione con ATS Monza Brianza, Comune di Caponago e Aeronautica Militare.

Dalla sostenibilità alla generatività sociale

Intervista a Patrizia Cappelletti Nel “Bilancio partecipato dei benefici prodotti 2019” appena pubblicato, Leroy Merlin Italia ha provato ad alzare ancora l’asticella del suo impegno nella sostenibilità adottando e soprattutto testando, prima azienda in Italia a farlo, l’approccio della generatività sociale. Di cosa si tratta? Abbiamo chiesto di spiegarlo a Patrizia Cappelletti, membro del Centro di Ricerca ARC (Anthropology of Religion and Cultural Change) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatrice dell’Archivio della Generatività Sociale. Riguardo alla generatività si può parlare di un nuovo paradigma che avanza, oltre la sostenibilità, o è ancora troppo presto? Da alcuni anni sono sempre più numerose le voci che, non solo a livello internazionale, sollecitano un rinnovamento profondo, personale e collettivo, un vero e proprio cambio di paradigma. La consapevolezza della necessità di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale avanza e si diffonde soprattutto tra i pubblici più evoluti, come i giovani e le avanguardie produttive, e si traduce in nuove scelte, di consumo, ma anche di produzione e di investimento. Di queste nuove sensibilità non possiamo …

Cercherei di fare particolarmente bene quanto sto facendo ora

Di Patrizia Cappelletti, Archivio della Generatività Sociale In un testo di Romano Guardini, uno tra i più significativi filosofi e teologi del Novecento, ho ritrovato qualche giorno fa un piccolo ma interessante aneddoto. Interrogato su cosa avrebbe fatto se avesse saputo di morire un’ora dopo, il cardinale Carlo Borromeo rispose: “Cercherei di fare particolarmente bene quanto sto facendo ora”. Sono stata molto colpita da questo invito, che arriva in un momento di grande disorientamento collettivo legato alla tempesta del Covid-19. E per due ragioni. La prima è che queste parole mi interrogano personalmente nel portare l’attenzione (in questi giorni “sospesi” mi risulta difficile dedicarmi a lungo a qualcosa) su “cosa sto facendo ora”. Il quadro proposto è chiaro nella sua drammaticità e suona oggi particolarmente attuale: resta poco tempo e occorre confrontarci con la fine. E cosa fa Carlo Borromeo? Invece di cercare di sfuggire alla sorte o pretendere di esaudire l’ultimo desiderio come accade nei film al condannato di turno, la scelta – che diventa un invito rivolto anche a noi – privilegia il “restare …