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Ritornano i Quaverdi di Leroy Merlin

In occasione dell’evento “la Lampadina Sospesa”, in sinergia con Last Minute Market e il Banco dell’energia, abbiamo deciso di pubblicare un nuovo numero degli storici “Quaverdi”: semplici eco – consigli per vivere la nostra quotidianità con maggiore consapevolezza.
Con questa nuova edizione affrontiamo il tema del contrasto alla povertà energetica presentando alcune azioni e soprattutto un decalogo per un consumo intelligente dell’energia.
Buona lettura ma soprattutto buone azioni!

“La Scuola del Pane e dei Luoghi”: come fare impresa a impatto sociale tra pane e territorio

Il Master “La Scuola del Pane e dei Luoghi” è un percorso di apprendimento innovativo, sostenuto tra gli altri da (RI)GENERIAMO, che ha preso il via pochi giorni fa presso il Padiglione Chiaravalle (vicino alla celebre Abbazia, a Milano), che ne è la sede principale ma non l’unica. La proposta del Master s’inserisce nel contesto di un più ampio progetto intitolato Madre Project. Per saperne di più abbiamo chiesto a Claudio Calvaresi e Andrea Perini, rappresentanti rispettivamente di Avanzi e Terzo Paesaggio, due delle tre realtà (l’altra è il Panificio Davide Longoni), che hanno avviato il progetto.

Com’è nato Madre Project?

Madre Project ha preso forma nel 2020 ed è partito grazie a una campagna di raccolta fondi tra fine gennaio e fine marzo 2021 che ha utilizzato il dispositivo di crowdfunding civico del Comune di Milano, sostenuto con le risorse del PON Metro Milano 2014-2020: se avesse raggiunto un certo numero di donatori, il Comune avrebbe messo a disposizione risorse a fondo perduto per coprire la parte restante dell’investimento richiesto dal progetto. L’obiettivo era raccogliere 32mila euro e già nel primo dei due mesi mese l’abbiamo superato, con oltre 40mila euro offerti da 360 donatori. Con l’intervento del Comune siamo arrivati a quasi 80mila euro. Ci sono stati donatori individuali, chi con quote contenute, chi con importi maggiori; hanno donato imprese del mondo della panificazione, come ci si poteva attendere; ma ci hanno sostenuto anche imprese da altri mondi, ad esempio importanti produttori di vino naturale come Mateja Gravner e Elena Pantaleoni; poi studenti, alcuni dei quali hanno donato già col preciso obiettivo poi di partecipare al percorso formativo che la campagna annunciava. La composizione molto varia dei donatori è stata un fattore fondamentale che ci ha aiutato a dare forma al progetto. Un altro fattore decisivo è stato il forte desiderio di cambiamento che si avvertiva in quei mesi segnati dall’emergenza pandemica. Tante persone sentivano l’esigenza di cambiare le loro vite, anche professionalmente, come ha evidenziato il fenomeno delle “grandi dimissioni” descritto dalla sociologa Francesca Coin, che abbiamo incrociato nel nostro percorso. Madre Project quindi è stato plasmato per cercare di dare risposte a questa voglia di cambiamento e di farlo con una pluralità di linguaggi, per accogliere le esigenze di persone con provenienza anche molto diversa. È stato un processo partecipativo, di co-creazione.

Perché il pane al centro?

L’idea non era aprire un’altra scuola di specializzazione sul pane, ce ne sono già tante e ottime. Attraverso il pane e tutto ciò che rappresenta, invece, volevamo provare a stimolare le persone a pensare con il pane, nel senso di “attraverso” e “per” il pane. Il pane, per noi, è un dispositivo di condivisione, un mezzo per agire una nuova relazione con la Terra e con le persone. La panificazione, il fare impresa legata al pane, cioè, è intesa come un’attività che contribuisce a generare i luoghi, il paesaggio. Alla fine la nostra proposta si può leggere in senso lato come un public program, dove c’è il percorso formativo ma, collegate, ci sono altre attività che continuano tutto l’anno. Per vedere se tutto ciò poteva funzionare, abbiamo fatto dei test.

Quali test avete effettuato?

A febbraio 2022 abbiamo organizzato una settimana pilota in cui abbiamo messo alla prova i principali contenuti del master, articolati intorno alle tre dimensioni pane-paesaggio-impresa. Hanno partecipato, su base gratuita, un gruppo di quindici persone. E sono intervenuti personaggi quali padre Enzo Bianchi, che citando i Salmi ha ricordato che il pane sta già nella terra ma è solo l’uomo che sa estrarlo alla vita, o come il compositore Alessandro Solbiati, che ci ha parlato del Canto della Terra di Gustav Mahler. Il test ci ha confermato che pane-paesaggio-impresa sono dimensioni che non solo possono stare insieme, ma insieme diventano generative. Per questo il Master lavora sull’idea che aprire oggi una bottega del pane non significa solo saper infornare e mettere in vendita i prodotti, cose ovviamente necessarie; ma significa anche stabilire relazioni con la città. È un’intrapresa con una dimensione sociale importante. Una ragazza che si è poi iscritta al Master, per esempio (gli iscritti a questa prima edizione sono 13, in maggioranza donne), ha dichiarato di voler aprire una bottega in un quartiere multietnico della sua città con l’obiettivo di farne un centro di comunità. Abbiamo anche testato le attività, di cui parlavamo prima, collegate al percorso di apprendimento. Ad esempio, abbiamo coinvolto attraverso visite e laboratori un migliaio di bambini di otto scuole del territorio attorno a Chiaravalle, con l’idea di stimolare la stessa scuola ad entrare in relazione col territorio. Volevamo provare a fare noi stessi ciò che poi avremmo proposto nel Master.

Com’è strutturato il Master?

Il Master è partito il 28 settembre e avrà durata semestrale, fino a fine febbraio 2024. Prevede anche lezioni online, ma soprattutto sessioni in presenza, con week-end e settimane intensive, anche in altre sedi. A fine ottobre ad esempio saremo a Monghidoro (Bologna), dove conosceremo il progetto dei “grani alti” di Matteo Calzolari, uno dei primi panificatori che si è caratterizzato per un forte rapporto con la terra: con lui parleremo di agricoltura rigenerativa e sperimenteremo la panificazione notturna, che oggi si è un po’ persa. Ritrovarsi in presenza del resto è fondamentale per quanto riguarda le relazioni di cui dicevamo ed è assolutamente indispensabile, oltre che evidentemente per fare il pane, per andare insieme alla scoperta, attraverso esplorazioni urbane, di attori e iniziative che possono trasformare la città. In programma ci sono anche ospiti e testimonianze: ad esempio quella di Annalisa Metta, che insegna Progettazione del Paesaggio all’Università Roma Tre, autrice del libro “Il paesaggio è un mostro”. Sin da subito, inoltre, c’è l’avvio del lavoro, che abbiamo chiamato “My beautiful bakery”, sull’idea di impresa sociale.

Vista la centralità dell’esperienza sul campo e delle sessioni in presenza, si può definirlo un Master esperienziale?

Esperienziale è una parola cruciale, ma è anche abusata. Lo definiremmo piuttosto un Master calato nelle pratiche. Crediamo che questa sia una cosa che ci differenzia da altre proposte formative dove di solito prima c’è l’aula, la teoria, poi arriva l’esperienza dove si testa la teoria: qui l’esperienza viene subito e si apprende attraverso quella.  Come pure si apprende nella relazione: con gli altri studenti, coi docenti, anche con la comunità e i luoghi, che possono insegnare molto.

A proposito di luoghi, Chiaravalle e la sua Abbazia sono famosi in Italia e nel mondo. L’avete scelta come sede principale del Master anche per questo?

Il Padiglione Chiaravalle è la sede principale (mi sa che non possiamo dirlo). Ma, come ricordavamo, visiteremo nei sei mesi anche altre sedi e luoghi. In ogni caso le ragioni della scelta sono diverse. Naturalmente questo luogo è fortemente caratterizzato dall’Abbazia, che con la sua storia millenaria ha influito tantissimo sul paesaggio e le relazioni. Ma è anche un luogo molto vicino alla città. Ed è anche vicino ai campi da cui i panificatori ricavano la materia prima. Tutti questi fattori ne fanno un luogo particolarmente fertile per situarvi i ragionamenti che proporremo al Master.

(RI)GENERIAMO è con piacere fra i sostenitori del Master. Cosa auspicate per lo sviluppo di questa “relazione”?

La riteniamo interessante da diversi punti di vista. Ad esempio in una prospettiva di collocamento di Madre Project all’interno di una comunità di iniziative, pratiche, esperienze, come appunto quella di (RI)GENERIAMO, che già lavorano sul tema della rigenerazione in modo multidimensionale: rigenerazione urbana, sociale, ambientale. Relazionarsi con (RI)GENERIAMO, inoltre, può consentire al Master e in generale a Madre Project di approfondire il tema della relazione sui luoghi di lavoro con persone con disabilità. Entrare in contatto attraverso (RI)GENERIAMO con una realtà come Leroy Merlin è anche molto interessante per comprendere come imprese transnazionali, con reti e volumi di attività molto significativi e impegnate sui temi dell’impatto sociale e della generatività, potrebbero sostenere una sperimentazione locale con ampie possibilità di modellizzazione e generalizzabilità.

Leroy Merlin e l’impegno per il mondo della scuola

Leroy Merlin è da anni al fianco del mondo della scuola con l’obiettivo di coinvolgere bambini e ragazzi nella riflessione collettiva sullo sviluppo sostenibile e anche quest’anno rinnova il suo impegno formativo attraverso progetti didattici gratuiti sui temi della tutela ambientale, della circolarità, delle energie rinnovabili e dell’economia civile.

Gli AmicoEco, un punto di riferimento per l’educazione civica e ambientale per tutte le età
Gli “AmicoEco” è il percorso multidisciplinare gratuito che Leroy Merlin promuove da diverso tempo e destinato alle scuole di ogni ordine e grado, in cui trovare risorse multimediali gratuite focalizzate su: sostenibilità ambientale e consumo consapevole; clima ed energia; economia civile; la casa sana e sicura; la plastica; diversità e inclusione; le api e la biodiversità.
Le risorse didattiche gratuite de Gli AmicoEco sfruttano metodologie e format differenti, pensati per essere trasversali e per rispondere attivamente alle esigenze di apprendimento di tutti i target, dalla scuola dell’infanzia alle scuole secondarie di secondo grado. Attraverso gli approfondimenti contenutistici e le attività laboratoriali dei Living Book, degli Open Mind e del Discovery Book, studenti e studentesse potranno non solo avvicinarsi consapevolmente ai temi più urgenti per la sopravvivenza del nostro Pianeta, ma soprattutto farsi portavoce di valori, abitudini e stili di vita responsabili e sostenibili.
Temi quali l’importanza dell’unicità di ciascuno e la tutela della biodiversità ad opera degli insetti impollinatori, come le api, sono rivolti, in particolare, ai bambini e alle bambine d’età compresa tra i 4 e i 9 anni, grazie a strumenti interattivi che coniugano gioco, scoperta e apprendimento attivo.

Un nuovo multimediale, realizzato grazie alla collaborazione con UNCEM, già disponibile sulla piattaforma Gli AmicoEco; il percorso didattico Gli AmicoEco si arricchisce del nuovo Open Mind Un ecosistema chiamato montagna, lo strumento multimediale e interattivo che approfondisce la montagna in quanto ecosistema peculiare del nostro Pianeta, ricco di storia, biodiversità e minacciato dall’incuranza dell’essere umano e dai cambiamenti climatici.
L’obiettivo dell’Open Mind, costituito da tre capitoli contenutistici (“Come nasce una montagna?”, “Montagna e cambiamenti climatici”, “Natura e cultura in montagna”), è quello di guidare ragazze e ragazzi alla scoperta di un habitat i cui equilibri ecosistemici sono più fragili di quel che si crede, insegnando al contempo il rispetto dei luoghi, della fauna e della flora.

LE NOVITÀ PER L’ANNO SCOLASTICO 2023-2024
“Alleniamoci al riciclo” è la nuova piattaforma didattica gratuita che offre un percorso formativo sui temi della sostenibilità e della circolarità, nata dalla collaborazione tra Leroy Merlin, Decathlon e Esorecycling. Il progetto, dedicato alle scuole secondarie di I grado, affronta i temi connessi al riuso e al riciclo, attraverso cui è possibile recuperare un rifiuto e trasformarlo in una nuova risorsa.

FORMAZIONE ORIENTATA AL FUTURO: I PCTO DIGITALI DI LEROY MERLIN
L’offerta formativa di Leroy Merlin include due progetti di PCTO, gratuiti e digitali, che anche per quest’anno scolastico saranno a disposizione di studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado.

Sportello energia, 35 ore di PCTO certificate. Il PCTO “Sportello energia” è focalizzato sui temi connessi all’energia, un elemento essenziale della nostra contemporaneità e una delle sfide di sostenibilità di maggiore importanza, la quale deve essere ripensata in un’ottica più solidale, condivisa e socialmente responsabile. Attraverso una fase di e-learning, con videolezioni e test di verifica, e una fase operativa di project work, le classi potranno riflettere su nuove tecnologie per il risparmio energetico e per il contrasto alla povertà energetica.

Economia civile, 21 ore di PCTO certificate. Il PCTO Economia civile, realizzato grazie alla collaborazione di Next Nuova Economia per Tutti, mira ad avviare una riflessione sulla possibilità di realizzare un modello economico, produttivo e di consumo, che possa generare valore, in linea con gli obiettivi di sostenibilità da raggiungere nei prossimi anni. Anche Economia civile è costituito da un e-learning, articolato in 10 unità di approfondimento, e un project work; attraverso queste due fasi di lavoro, studenti e studentesse acquisiranno conoscenze e competenze per mettere in pratica un’idea, un’ispirazione e trasformarla in un progetto concreto per la comunità e per il benessere collettivo.


Scopri la piattaforma “Educazione digitale”

Buon anniversario contro lo spreco: la “legge Gadda” compie sette anni

Ieri, 14 settembre, era l’anniversario della legge 166/2016, anche detta “legge Gadda” dal nome dell’On. Maria Chiara Gadda che ne fu la prima firmataria.

Un anniversario importante in senso assoluto, per una norma che ha grandemente agevolato la lotta anti-spreco, non solo alimentare, nel nostro Paese. E che ha permesso a tante aziende di dare il loro contributo su questo fronte attraverso la donazione di invenduti ed eccedenze a enti non profit. Dando così la possibilità di ricreare “valore” da quello che viene solitamente considerato “spreco”, in una prospettiva di economia circolare e con finalità di solidarietà sociale.

È un anniversario importante anche per Leroy Merlin, che si è molto impegnata negli ultimi anni contro lo spreco e in particolare è stata la prima azienda della grande distribuzione non-food a entrare nella rete di recupero delle eccedenze di Recuperiamo Srl Società Benefit. Grazie a questa partnership, oggi tutti i 54 Negozi Leroy Merlin in Italia possono accedere alla piattaforma digitale Regusto, che utilizza la tecnologia blockchain, per donare con continuità le proprie eccedenze al Terzo settore: 3.900 le donazioni effettuate, per 348.000 kg di materiale, e 173 le associazioni non profit beneficiate in due anni di collaborazione. Ci fa piacere tra l’altro ricordare che Recuperiamo Srl è stata nominata da Confindustria Best Performer dell’economia circolare nel 2022.

(RI)GENERIAMO, la Società benefit e B corp sostenuta da Leroy Merlin, per questa occasione ha realizzato uno Speciale #IFormidAbiliSocialTV, la prima social TV in Italia interamente condotta da ragazzi con la sindrome di Asperger. Quest’estate Thalia Taioli, del team dei conduttori de #IFormidAbiliSocialTV, è andata a Roma per intervistare davanti a Montecitorio l’On. Gadda, che ringraziamo molto per la disponibilità. Fra i protagonisti del video che vi mostriamo di seguito, oltre all’On. Gadda, ci sono Marco Raspati, Cofondatore e Ceo di Regusto, Barbara Casartelli, Positive Impact Leader Leroy Merlin Italia e Bricocenter Italia, e Mauro Giardini, Presidente della Cooperativa Sociale CEAS.

Buona visione. Buon anniversario contro lo spreco.

“Puliamo il mondo”, World Cleanup Day 2023: intervista a Chiara Maiarù, Consigliere di Vendita del Negozio Leroy Merlin Pantigliate

Chiara Maiarù

Sabato 16 settembre si celebra il World Cleanup Day (WCD), una grande iniziativa sociale che vede persone e organizzazioni di tutto il mondo mobilitarsi per “ripulire” il nostro pianeta da rifiuti smaltiti illegalmente o abbandonati. Come già negli ultimi anni, anche quest’anno molti Negozi Leroy Merlin in tutt’Italia hanno deciso di aderire a WCD mettendo spontaneamente a disposizione tempo ed energie. Chiara Maiarù, Consigliere di Vendita del Negozio Leroy Merlin Pantigliate (MI), racconta il progetto che vedrà impegnato il suo Negozio.

In cosa consiste la vostra iniziativa per WCD 2023?

Il nostro Negozio si trova al confine tra il Comune di Pantigliate e quello di Mediglia (MI), che è suddiviso in molte frazioni. Una di queste è Mombretto, che si trova proprio di fronte a noi. Sabato partiremo dunque proprio da Mombretto perché da lì prende il via un percorso, sia pedonale, sia ciclabile, che si snoda fino ad arrivare al Comune di San Martino Olearo. È questo il percorso che “ripuliremo” tutti insieme per restituirgli la sua naturale bellezza.

Quando siete partiti a organizzarla?

Abbiamo fatto la prima riunione verso fine luglio. Erano presenti il Sindaco di Mediglia, che è il Comune in cui si svolgerà l’iniziativa, e rappresentanti della Pro-Loco, oltre al Comandante della Polizia municipale. In particolare desidero sottolineare che il Sindaco ha accolto con entusiasmo la nostra proposta, anche perché l’amministrazione di Mediglia è molto attiva sui temi ambientali. Volevamo inoltre coinvolgere un’associazione non profit del territorio, come facciamo di solito, per cui abbiamo invitato a partecipare il Centro Tma per l’Autismo di Mombretto, che ha risposto molto positivamente e sarà con noi. Quest’anno, poi, è la prima volta che il nostro Negozio organizza direttamente sul proprio territorio un’iniziativa per il WCD, cosa che ci fa particolarmente piacere. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo affiancato Decathlon in un progetto a Segrate (MI), mentre stavolta saremo noi a ospitarli, come dire, a casa nostra. Da Segrate interverrà anche l’associazione I Ragazzi di Robin, esperta nell’organizzazione di raccolte di rifiuti in strade, parchi e giardini pubblici.

Chi si è occupato in Negozio della «cabina di regia»?

Il coordinamento è stata curato dal gruppo Generazione di Valore (GDV) del nostro Negozio. E dal Comitato del Cuore costituito ad hoc per il progetto, guidato dalla referente Impatto positivo, Claudia Pilello, di cui fanno parte la Responsabile Relazione Clienti, Mara Superti, e la collega Federica Viganò. Insieme a me, che mi occupo della comunicazione.

Claudia Pilello, Referente Impatto positivo
Gruppo Generazione di Valore Leroy Merlin Pantigliate

Che partecipazione vi aspettate?

All’inizio abbiamo aperto una cinquantina di posti nella community, fino a pochi giorni fa c’erano circa trenta iscritti. Quando hanno riaperto, abbiamo distribuito dei volantini nelle scuole perché speriamo che possano partecipare molti studenti. Inoltre il Comune di Zelo Buon Persico, dove risiedo e anch’esso della zona interessata dall’iniziativa, ci ha comunicato di aver inserito l’evento con il link di iscrizione direttamente nel registro elettronico dei ragazzi a scuola. In Negozio abbiamo realizzato altri volantini, che distribuiamo ai clienti alle casse. Poi, oltre che sul buon vecchio passaparola, anche grazie al supporto offerto dalle sede centrale di Leroy Merlin abbiamo spinto molto la comunicazione sui social media, che sono molto efficaci perché indirizzano subito al sito dove occorre iscriversi per partecipare. Nel complesso, se riuscissimo ad arrivare a quota cento partecipanti saremmo molto soddisfatti!

Qual è la spinta di fondo che vi porta a lavorare su questi progetti?

Personalmente mi è sempre piaciuto partecipare a iniziative come questa, e anche raccontarle. A livello di azienda, credo che esse siano importanti per far vedere che non siamo solo un negozio, che c’è di più. Mi fa piacere dire che quando raccontiamo l’impegno dell’azienda in questi ambiti, di solito le persone reagiscono con stupore. Mi ricordo ad esempio che quando lo scorso inverno abbiamo organizzato in Negozio i Laboratori didattici, avevo avuto occasione di parlarne con la Vice-Sindaca di Zelo Buon Persico: rimase stupita! Di solito, infatti, le persone non immaginano che dietro l’insegna ci sia un’azienda che prende a cuore problematiche sociali e ambientali, come in questo caso l’inquinamento da rifiuti. E che poi si attiva, mettendosi insieme ai cittadini e ad altre organizzazioni sul territorio per provare a risolverli.

L’«impatto» di Economy of Francesco: intervista a Giuseppe Lanzi, responsabile del Progetto Sostenibilità di EoF 2022

Economy of Francesco 2022 (EoF 2022) è stato un evento che ha curato molto gli aspetti legati alla sostenibilità e in particolare alla riduzione dell’impatto ambientale: ce ne parla Giuseppe Lanzi, fondatore e Amministratore delegato di Sisifo srl Società benefit, responsabile del Progetto Sostenibilità di EoF 2022. Che, ci fa piacere ricordare, è stato anche ospite degli incontri dei Laboratori Tematici al Fuorisalone 2023 e in quell’occasione è stato intervistato dal team de #IFormidAbiliSocialTV.

Com’è nato il Progetto Sostenibilità di EoF 2022?
Economy of Francesco è un processo indicato direttamente nel pontificato di Papa Francesco, che ha voluto invitare ad Assisi giovani, economisti e imprenditori di tutto il mondo per fare una cosa molto semplice: rifondare l’economia. È un processo partito diversi anni fa, poi l’emergenza pandemica lo ha un po’ rallentato: la prima edizione fu annullata, la seconda si svolse online, nella terza finalmente ci si è potuti incontrare in presenza. Con Sisifo srl Società Benefit siamo stati parte del processo fin dall’inizio, anche perché dal 2017 abbiamo iniziato a seguire Fra Sole Assisi, il progetto di sostenibilità del Sacro Convento di Assisi, voluto da Fra Mauro Gambetti, poi creato Cardinale da Papa Francesco e nel 2021 nominato Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Il nostro lavoro per EoF 2022 è nato da lì, poi si è evoluto in seguito all’invito specifico che ci ha rivolto l’Arcivescovo di Assisi, Monsignor Sorrentino, di impegnarci proprio sul fronte della riduzione e misurazione dell’impatto ambientale dell’evento, il che era perfettamente in linea con le nostre attività di beneficio comune in qualità di Società benefit. Si è costituito un Comitato Organizzatore, composto dalla Diocesi di Assisi, dall’Istituto Serafico e da Economia di Comunione. Un contributo fondamentale è stato fornito ovviamente anche dal Comune di Assisi e in particolare dal suo attivissimo Sindaco, Stefania Proietti. Poi c’erano altre collaborazioni importanti, con il Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, le famiglie Francescane presenti ad Assisi, l’Istituto Pro Civitate Cristiana e il Santuario della Spoliazione. La forte volontà espressa dal Comitato Organizzatore, in coerenza con il messaggio dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, è stata quella di prestare grande attenzione all’impatto ambientale dell’evento, fin dalla progettazione, in particolare per la riduzione delle emissioni climalteranti ad esso associate. Del resto, non era pensabile invitare il mondo a parlare di certi argomenti e non mostrare massima coerenza nelle azioni quotidiane.

Su quali aspetti di sostenibilità vi siete principalmente concentrati?
Non abbiamo fatto particolari selezioni, nel senso che si è deciso di analizzare tutte le azioni messe in campo a livello di progettazione e di analizzarne la ricaduta in termini di emissioni, proprio al fine di minimizzarle. Inoltre abbiamo adottato un approccio sistemico, considerando sempre il tutto, nella sua complessità, e mai una sola parte. Abbiamo fatto invece delle scelte a priori, ad esempio: niente bottiglie di plastica, utilizzo di acqua pubblica, riduzione del packaging non necessario, no all’utilizzo di oggetti mono-uso, anche se per i noti problemi legati alla pandemia le autorità sanitarie hanno giustamente imposto l’utilizzo, ad esempio, di posate e di contenitori mono-uso, sui quali a quel punto abbiamo scelto quelli meno impattanti, biodegradabili e compostabili. Un’altra scelta a priori è stata quella di operare una raccolta differenziata molto spinta e assistita: i partecipanti provenivano da tutto il mondo e non potevano certo conoscere le regole locali per la raccolta differenziata. A presidiare questo aspetto, assistendo appunto i partecipanti, sono stati i ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Assisi, insieme ai loro professori e in generale ai cittadini di Assisi. Si tenga conto che un evento di questa portata modifica in maniera importante la vita quotidiana dei residenti, ad esempio per la mobilità. Ma non c’è stata nessuna una lamentela. Anzi, c’è stata grandissima collaborazione: i tavoli della mensa, per dire, sono stati messi a disposizione dalle Proloco del territorio. Ad accogliere i partecipanti, insomma, è stata realmente tutta la città.

L’enciclica Laudato Si’, oltre che evidentemente come fonte d’ispirazione, è stata utile anche come punto di riferimento operativo nella definizione di azioni e iniziative concrete?
Assolutamente. Come punti di riferimento abbiamo avuto da una parte la Laudato Si’, dall’altra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). Agli SDGs infatti abbiamo affiancato, in una prospettiva sinottica,i sette Obiettivi Laudato Si’ definiti dalla piattaforma dedicata promossa dal  Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che non sono naturalmente né in sovrapposizione né in contrasto con gli SDGs, bensì complementari.

Ci può fare qualche esempio?
Certamente. Per il cibo, anche per offrire un sostegno all’economia locale, abbiamo dato priorità a cibi prodotti sul territorio, a chilometro zero e biologici. Con le uniche eccezioni di cibi prodotti su terreni confiscati alla criminalità organizzata o in circuiti dell’economia carceraria, che ci interessavano per il loro elevato impatto sociale. Nessun pasto, inoltre, è andato sprecato, perché appena terminava la distribuzione dei pasti, subito si muoveva l’organizzazione delle realtà locali che avevamo coinvolto per portare quelli in eccedenza a strutture attive nel contrasto alla povertà. Sui rifiuti, abbiamo ridotto le tipologie di rifiuti che si sarebbero prodotte, con una raccolta differenziata che alla fine è stata superiore al 90%. Gli allestimenti sono stati realizzati da Palm Società benefit, che ha fornito anche pallet certificati PEFC che poi sono stati riutilizzati in altri eventi (gli stessi allestimenti di EoF sono stati utilizzati nella Basilica di San Pietro in Vaticano per l’evento #Notalone “World meeting on human fraternity” organizzato dalla Fondazione Fratelli Tutti il 10 giugno 2023, dove Sisifo srl Società Benefit ha coordinato i partner di sostenibilità, ndr). Un lavoro importante è stato fatto anche sulla ricettività, dove abbiamo adottato il modello della ricettività cosiddetta povera: la maggior parte dei partecipanti ha alloggiato in stanze quadruple, triple e doppie, anche per favorire la socializzazione, messe a disposizione da strutture come conventi, case di accoglienza e ostelli, limitando cioè al massimo il ricorso a stanze singole in strutture alberghiere. Tutto questo è stato poi rendicontato nel Rapporto d’Impatto di EoF 2022, per la realizzazione del quale, visto che non siamo “tuttologi” e come del resto facciamo un po’ per tutti i nostri progetti, abbiamo creato un gruppo di lavoro multidisciplinare. Il documento che ne è uscito ha una parte più divulgativa, che racconta del contributo offerto anche dai partner meno “visibili”, e una più tecnica. C’è l’analisi dell’impatto complessivo dell’evento e in particolare c’è il calcolo certificato delle emissioni di CO2 prodotte e risparmiate.

Che impatto hanno avuto tutte queste azioni in termini di riduzione delle emissioni?
Per poterlo calcolare, per prima cosa, come si fa sempre in questi casi, abbiamo delimitato il perimetro su cui lavorare: abbiamo cioè considerato solo gli ambiti sui quali potevamo avere un impatto diretto. Per esempio, non sono stati inclusi i trasporti utilizzati dai partecipanti all’evento, sui quali non avevamo alcuna discrezionalità di intervento. Anche se sulla mobilità alla fine il Comitato e la Città di Assisi hanno comunque lavorato su questo tema: grazie a un accordo con Busitalia le navette all’interno di EoF 2022 erano tutte ibride o elettriche.Anche l’energia è stata esclusa, perché non era nostra facoltà scegliere il fornitore.Abbiamo invece lavorato al massimo sul contenimento dei consumi energetici. Mettendo insieme tutte le azioni realizzate, su materia, energia elettrica, acqua, rifiuti e pernottamenti, abbiamo calcolato che se avessimo adottato delle soluzioni tradizionali standard, cioè non orientate alla massima riduzione dell’impatto ambientale, avremmo prodotto emissioni per circa 144 tonnellate di CO2 equivalente (CO2eq). Le attività introdotte, invece, ci hanno permesso di ridurre le emissioni complessive a poco più di 27 tonnellate CO2eq, con un risparmio di oltre 116 tonnellate di CO2eq. Un risultato di cui siamo soddisfatti, ma si può ancora migliorare. Ad esempio, si può fare di più sul fronte della compensazione delle emissioni, che so essere l’ambito in cui si muove anche il vostro progetto L’Energia del Bosco (a EoF 2022 (RI)GENERIAMO ha avuto l’onore e il piacere di presentare il progetto L’Energia del Bosco insieme al nostro partner PEFC, ndr).

A quali iniziative state lavorando in questo senso?
Intanto è bene precisare che sebbene con la realizzazione del Rapporto d’Impatto il mandato che avevamo per EoF 2022 si sia concluso, non si è certo concluso l’impegno del Comitato Organizzatore, che prosegue assolutamente: c’è in particolare un progetto del Comitato in collaborazione con PEFC, per la valorizzazione e tutela delle aree boschive dell’Eremo delle Carceri, sulle pendici del monte Subasio, nell’Appennino umbro-marchigiano.

Società benefit, modello del futuro: intervista a Roberto Randazzo

Il modello della Società benefit, scelto da (RI)GENERIAMO, ha in sé caratteristiche che potrebbero farne il modello di riferimento per le imprese che intendono già ora attrezzarsi al meglio per affrontare le grandi sfide sociali e ambientali del futuro? Ne abbiamo parlato con l’avvocato Roberto Randazzo, partner dello studio legale Legance dov’è responsabile del Dipartimento Esg e Impact, fondatore e consigliere di Assobenefit, che ha supportato la nascita di (RI)GENERIAMO per i profili legali.

Ha senso tentare di definire un modello ideale a cui tendere per le imprese che si dichiarano orientate all’impatto sociale?
Oggi per le imprese la generazione di un impatto socio-ambientale positivo è una centrale. Certamente il modello della Società Benefit è quello maggiormente in grado di generare impatto, prevedendo un approccio sostenibile sia in termini di governance, sia dal punto di vista produttivo e della gestione delle attività d’impresa. Non saprei dire se lo si può definire un modello ideale, ma sicuramente è quello che più risponde alle necessità che oggi la società esprime.

Quali sono le caratteristiche peculiari del modo in cui (RI)GENERIAMO interpreta il modello benefit?
Ritengo che (RI)GENERIAMO abbia in sé degli obiettivi di beneficio collettivo estremamente interessanti, in quanto sovrappongono quelli di carattere ambientale, collegati alla provenienza di (RI)GENERIAMO, con quelli di carattere sociale, basati essenzialmente sul tema dell’inclusione. In chiave di sviluppo futuro, inoltre, c’è un ulteriore tema di grande interesse: l’inclusione nella filiera produttiva di valori, riferibili ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance, ndr), che (RI)GENERIAMO a mio avviso incarna perfettamente. Voglio dire che per grandi corporation, in questo caso aziende della grande distribuzione come Leroy Merlin, lavorare su progetti come (RI)GENERIAMO consente di internalizzare filiere produttive perfettamente allineate con i principi di sostenibilità più evoluti. Il che è un tema fondamentale specie per un giurista, dato che in ambito europeo sono in arrivo norme che riguardano specificamente il profilo di sostenibilità delle filiere. Aggiungerei infine una nota in relazione al fenomeno del greenwashing, particolarmente diffusa al punto che l’Unione europea ha di recente avanzato una proposta di direttiva per contrastarlo (la proposta di direttiva della Commissione Europea sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali, comunemente dette green claim, ndr): il fatto che (RI)GENERIAMO affronti con rigore e trasparenza il tema della rendicontazione delle informazioni sulla misurazione dell’impatto generato attraverso la sua attività, credo che sia un modo qualificante, oltre che giusto e serio, di dare risposte concrete su questo fronte.

Allargando lo sguardo dalla singola impresa all’economia a impatto nel suo complesso, quali sono gli elementi che ne esprimono meglio l’essenza?
Il terreno fondamentale su cui la impact economy è chiamata a rappresentare la propria efficienza, e a continuare a svilupparsi, è quello della misurazione dell’impatto sociale e ambientale generato. In questo senso l’Unione europea ha definito non solo modelli normativi a cui ispirarsi per incanalare questa economia, ma anche, parallelamente, sistemi di misurazione standardizzati. Al riguardo l’esperienza di (RI)GENERIAMO è ancora una volta significativa: individuato il modello giuridico più adatto a valorizzare i profili di beneficio comune scelti dall’imprenditore, questo modello dev’essere poi accompagnato, da una parte, da sistemi e metriche di misurazione d’impatto, dall’altra, da meccanismi di disclosure che obbligano a rendere comprensibile al pubblico l’esito di tali misurazioni. Anche quando l’esito è negativo. Questo a mio avviso è un cambiamento epocale.

L’Italia con la legge sulle Società benefit ha segnato un record a livello internazionale. C’è qualcosa che contraddistingue la “via italiana” alla impact economy e la rende un riferimento nel mondo?
Il fatto che l’Italia sia stata la prima giurisdizione, al di fuori degli Stati Uniti, ad aver adottato una normativa sulle Società Benefit è motivo di soddisfazione, ma non di stupore. Perché siamo un paese in cui l’economia sociale, il sistema della cooperazione e, interesecato a questi, quello delle PMI, sono sempre stati storicamente radicati ed estremamente solidi. E sono spontaneamente allineati ai principi della Società benefit. Guardando alla grande impresa multinazionale in una prospettiva strategica, invece, come accennavo prima, il “modello benefit” può diventare lo strumento per integrare e valorizzare filiere produttive inclusive, caratterizzate da forti elementi di sostenibilità. Stiamo già assistendo alla definizione di approcci strategici che fanno leva sulle relazioni e sulle concatenazioni esistenti tra gruppi di Società Benefit che, a loro volta, fanno parte di distretti e cluster produttivi che contraddistinguono per tradizione il nostro tessuto imprenditoriale. È il caso ad esempio di imprese capo-filiera che suggeriscono ai propri fornitori, o a volte impongono come requisito, la trasformazione in Società Benefit. Anche alcuni fondi d’investimento lungimiranti si stanno muovendo in modo simile, cioè entrano nel capitale di un’impresa chiedendo la trasformazione in Società Benefit. Certamente occorre presidiare con attenzione la corretta applicazione della norma, in particolare per quanto concerne i sistemi di misurazione. Bisogna far comprendere che essi non devono essere percepiti come un onere aggiuntivo, bensì come ciò che più può valorizzare l’elemento dell’impatto.

Cosa vede nel futuro delle Società Benefit?
Il modello benefit è sufficientemente “leggero” in termini di obblighi normativi e, allo stesso tempo, fortemente innovativo per consentirgli di ambire a diventare il modello d’impresa che permette di essere più allineati ai criteri di sostenibilità già oggi e di meglio aderire, in futuro, alle regolamentazioni di carattere europeo che via via evolveranno. In altre parole, la potenza e la forza, e quindi il futuro, della Società Benefit stanno nella sua flessibilità.

Leroy Merlin realizza 50 progetti alle Associazioni Non Profit del territorio

C’è chi ha provveduto alla sistemazione e riqualificazione dei locali interni della scuola per l’infanzia locale, ma anche chi si è occupato degli spazi di lavoro dell’associazione in difesa delle donne vittima di violenza. Alcuni hanno offerto il loro tempo e la loro competenza per la pulizia e il ripristino del giardino della cooperativa sociale di zona, altri per la sistemazione completa dei locali bagno della vicina casa d’accoglienza o per contribuire alla realizzazione di un piccolo lido balneare destinato alla discesa a mare delle persone diversamente abili.

Sono solo alcuni dei progetti di relooking e ristrutturazione nati dall’iniziativa di volontariato d’impresa Bricolage del Cuore, che coinvolge l’azienda, i suoi 53 negozi, i collaboratori, i clienti e le comunità locali, tutti uniti dalla condivisione della mission migliorare la casa migliora la vita. I progetti spaziano dalla realizzazione di lavori strutturali riguardanti una o più stanze all’interno e l’ambiente esterno (cucina, bagno, arredo esterno), interventi di relooking pareti e suolo, abbellimento e decorazione, illuminazione, gardening. Per questa edizione, lanciata nei mesi scorsi, grazie all’impegno di circa 1000 persone sono stati ideati 50 progetti donati ad altrettante realtà attive sul territorio (enti, associazioni, scuole, onlus).

Per la prima volta dal 2014, anno in cui l’iniziativa è stata lanciata, Leroy Merlin ha messo in campo i Comitati del Cuore, gruppi di lavoro presenti in ogni negozio Leroy Merlin Italia e composti da persone animate dal desiderio di mettere la propria voglia di fare a disposizione della comunità locale: collaboratori del negozio, clienti volontari e la rete di associazioni del terzo settore, influencer, artigiani e architetti con cui i negozi operano localmente. I Comitati del Cuore a livello locale hanno guidato la scelta dell’associazione beneficiaria, definiti preliminarmente i progetti, scelto prodotti e materiali e coordinato l’attività dei diversi attori coinvolti nei lavori.
Il momento clou del Bricolage del Cuore è stata la giornata evento del 17 giugno, una vera e propria maratona di volontariato durante la quale clienti, associazioni, collaboratori di Leroy Merlin e alcuni fornitori hanno messo tempo, materiali e voglia di fare a disposizione di chi vive in case famiglia, onlus e strutture di accoglienza locali, migliorando l’ambiente del loro abitare quotidiano.
Leroy Merlin Italia è la prima Business Unit del Gruppo ADEO ad aver ideato e avviato un’ evoluzione del Bricolage del Cuore in ottica piattaforma con l’obiettivo di aumentare la partecipazione all’iniziativa e quindi l’impatto positivo per la comunità locale. Grazie alla collaborazione dei diversi team aziendali infatti, l’iniziativa è stata aperta alla partecipazione di clienti, cittadini e abitanti.
La partecipazione dei clienti e dei soggetti attivi della rete locale, non si è limitata al solo evento conclusivo, ma grazie ai Comitati del Cuore, si è rilevata fondamentale fin dalle fasi costitutive del progetto, dalla scelta dell’ente beneficiario al coordinamento dei lavori e dell’evento finale.
Dai Comitati del Cuore nasceranno anche i futuri progetti di aggregazione che Leroy Merlin organizza periodicamente sul territorio, come il World Cleanup Day del prossimo settembre.

Verso il Bricolage del Cuore del 17 giugno: Leroy Merlin Brescia per la Cooperativa sociale Nuovo Cortile

In vista del Bricolage del Cuore del 17 giugno, Vittoriano Ticchio, Store leader, e Simona Spada, Hostess relazione cliente, raccontano il progetto che vede impegnato il Negozio Leroy Merlin Brescia.

Vittoriano Ticchio,
Store leader
Simona Spada,
Hostess relazione cliente

A favore di quale ente e per quale progetto ha scelto di impegnarsi il vostro Negozio?

Più che una nostra scelta, possiamo dire in un certo senso che è stato l’ente a scegliere noi, circa circa un anno fa infatti, sono venute in Negozio due rappresentanti della Cooperativa sociale Nuovo Cortile di Brescia, che opera in campo educativo, socio-assistenziale e nell’avviamento al lavoro. Ascoltando le loro esigenze e conoscendo i loro progetti futuri, le iniziative della cooperativa ci sono sembrate, fin da subito, non solo lodevoli ma molto affini al nostro sentire. Abbiamo così iniziato a collaborare sui vari progetti a impatto sociale che Leroy Merlin promuove, fra cui La Casa Ideale o l’attività di donazione al non profit di materiali e prodotti invenduti in partnership con la piattaforma Regusto. È stato perciò quasi naturale pensare a loro per il Bricolage del Cuore di quest’anno. Il progetto che ci vede impegnati riguarda, nello specifico, il loro centro diurno, una struttura che ospita ragazzi fra i 12-18 anni in situazione di disagio psico-sociale. Si tratta di un progetto molto impegnativo su cui abbiamo iniziato a lavorare già da una decina di giorni. Con un primo sopralluogo abbiamo verificato quali necessità avesse la struttura e quali fossero i punti sui quali potevamo intervenire. Da lì il progetto si è diviso in due: da una parte si è seguita la strada, per così dire tradizionale, del Bricolage del Cuore, attraverso la fornitura di materiali e prodotti nuovi per la realizzazione di strutture e decorazioni; dall’altra, abbiamo utilizzato Regusto che citavo prima, per la donazione attraverso la piattaforma di materiale che avevamo in Negozio. All’esterno della struttura abbiamo allestito la terrazza, molto grande, ricoprendo la superficie con erba sintetica, inserendo nuovi mobili, ombrelloni, aggiungendo nuove fioriere e curando in generale l’allestimento dello spazio e del verde. All’interno innanzitutto abbiamo decorato la stanza che è adibita a laboratorio in stile Harry Potter, dato che il centro diurno proprio in omaggio alla saga di Harry Potter si chiama “Binario 9 e 3/4”, con la scena famosa dell’attraversamento del muro che per i ragazzi è un riferimento positivo, in quanto simboleggia l’attraversamento di un ostacolo in apparenza invalicabile al di là del quale si aprono invece scenari di nuove opportunità. Sempre all’interno del centro diurno, attraverso Regusto, alla cooperativa è stata donata una delle nostre cucine in smaltimento. Poi abbiamo realizzato piccoli interventi di recupero nel bagno e in altri punti della struttura. Le ultime rifiniture saranno effettuate proprio il 17 giugno.

Come sono stati coinvolti i Collaboratori e in generale il Negozio?

È stata fatta la presentazione dell’iniziativa in occasione della riunione plenaria di Negozio alla fine di aprile. Quindi è stato coinvolto il gruppo Generazione di Valore ed è stato creato il Comitato del Cuore. A livello di comunicazione è stata creata una chat dedicata, con rimandi sulla chat di Negozio, per ricordare il progetto, offrire aggiornamenti e condividere immagini e video sull’avanzamento lavori, il che ha aiutato a coinvolgere numerosi colleghi al di fuori dei gruppi citati sopra. Non è esagerato dire, insomma, che la copertura a livello di Negozio è stata pressoché totale, in quanto anche chi non ha partecipato fisicamente ha offerto un contributo importante in termini di idee e soprattutto di intuizioni per risolvere determinate situazioni non semplici da gestire sul cantiere. Senza dimenticare il ruolo indiretto ma ugualmente fondamentale svolto da chi, con un vero gioco di squadra, ha coperto nei reparti in Negozio l’assenza dei colleghi, poiché le attività legate al Bricolage del Cuore si sono svolte ovviamente in orario di lavoro. Tutti, alla fine, hanno dato una mano alla realizzazione di questo progetto, di cui siamo particolarmente fieri. Anche perché fra i Collaboratori c’è chiara consapevolezza che progetti a impatto sociale positivo come questo rappresentano dei pilastri del modo di fare impresa di Leroy Merlin. A tale proposito vorremmo davvero ringraziare l’azienda, da Luca Pereno a tutti gli altri che lavorano a questi progetti di rilevanza sociale, perché si tratta di caratteri distintivi della nostra azienda, qualcosa che ci permette di impegnarci in attività che ci emozionano a livello personale: non si tratta di “iniziative vetrina” come qualcuno potrebbe pensare, tutt’altro, sono esperienze che toccano nel profondo chi lavora in quest’azienda. Si parla molto negli ultimi tempi di diversità e inclusione: noi come azienda ci sentiamo sicuramente inclusivi, ma soprattutto ci sentiamo diversi, nell’accezione più ampia e più positiva del termine.

C’è stata risposta anche da parte di altri sul territorio?

Ci sono alcuni nostri clienti che ci sono registrati per partecipare alla giornata conclusiva dei lavori il 17 giugno, cosa che ovviamente ci fa molto piacere. Ma vogliamo ricordare un aneddoto riguardo al particolare contributo che ha offerto il papà di una nostra Collaboratrice, per la parte di progetto che ha riguardato specificamente la sistemazione della cucina del centro diurno. Abbiamo avuto qualche difficoltà per il montaggio della cucina in donazione, che naturalmente nasceva con il forno che però, per una serie di motivi, alla fine non c’era: la cucina era completa di tutto, ma non del forno. Per cui al suo posto c’era una sorta di “buco”. Questa persona ha tranquillizzato tutti dicendo che ci avrebbe pensato lui e così, con grande abilità, ha costruito una bellissima e funzionale anta su misura, riuscendo a coprire il foro lasciato dal forno mancante. Alla fine, quindi, abbiamo potuto consegnare una cucina a posto, nel più puro stile fai-da-te che del resto ci contraddistingue.

Verso il Bricolage del Cuore del 17 giugno: Leroy Merlin Palermo Mondello per “Mondello Mia”

Sabato 17 giugno nei Negozi Leroy Merlin in tutt’Italia si celebrerà la giornata del Bricolage del Cuore. Antonio Anastasi, Consigliere di vendita reparto Comfort e Referente Impatto positivo per Generazione di Valore (GDV), parla del progetto che vedrà impegnato il Negozio Leroy Merlin di Palermo Mondello.

Antonio Anastasi, Consigliere di vendita reparto Comfort e Referente Impatto positivo per Generazione di Valore (GDV)

Qual è il progetto su cui sarà impegnato il vostro Negozio?

Per il Bricolage del Cuore di quest’anno abbiamo voluto mettere in campo un progetto impegnativo, posso dire senz’altro il più complesso fra quelli che avevamo preso in considerazione interpellando le realtà associative con cui siamo in contatto attraverso la piattaforma per la donazione al non profit di prodotti invenduti Regusto. Il progetto riguarda il ripristino dello spazio denominato “Mondello Mia”, dove Mia sta per Mare Integrazione Accessibilità: è un lido balneare, qui a Mondello, destinato all’accoglienza e alla discesa a mare di persone diversamente abili. Si tratta dell’unico accesso al mare per i disabili in tutto il litorale palermitano. È di proprietà del lido balneare L’Ombelico del mondo ed è in concessione all’Asms-Associazione Siciliana Medullolesi Spinali. Lo abbiamo scelto perché ci sembrava un progetto tanto sfidante quanto bello, perché sappiamo quanto sia difficile e allo stesso tempo importante per persone disabili avere un accesso al mare adeguato, e perché dopo un primo sopralluogo abbiamo constatato che c’era molto da rimettere in sesto. I lavori sono iniziati questa settimana e hanno previsto varie fasi: lo smontaggio della vecchia passerella che conduceva al lido, la sistemazione della parte strutturale sottostante con l’inserimento di nuovi pannelli, il rinforzo strutturale dei pilastri del pergolato, lo smontaggio del vecchio tetto della casetta e la fornitura e montaggio di quello nuovo, lo smontaggio dei vecchi teli ombreggianti e la fornitura, montaggio e verniciatura di quelli nuovi. Ora siamo in fase di finitura dei lavori, sabato è prevista l’inaugurazione ufficiale del lido ristrutturato e cadrà come si dice a fagiuolo perché quello stesso giorno è in programma un’importante manifestazione sportiva organizzata dalla FINP-Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, con sportivi disabili che arriveranno in questo lido da tutt’Italia.

Che partecipazione c’è stata da parte dei Collaboratori?

Elevatissima, ho contato personalmente almeno una ventina di miei colleghi. Si è trattato, come dicevo, di un lavoro particolarmente impegnativo, che ha richiesto la partecipazione di tutte le manovalanze di cui il nostro Negozio dispone. Ogni giorno, ad esempio, sono state organizzate delle squadre e abbiamo fatto circolare in Negozio dei resoconti giornalieri sull’avanzamento lavori allo scopo di invogliare le squadre del giorno seguente a fare ancora meglio, in una sorta di sfida. Ho iniziato a chiamare i miei colleghi “maestri d’ascia”, perché veramente hanno fatto un lavoro di falegnameria straordinario. Abbiamo anche avuto la supervisione della ditta C.T.Edil Impianti di Tamburello Calogero, insieme a quella di un nostro artigiano partner, ditta Tarantino di Tarantino Fabrizio. La stessa associazione Asms ha messo a disposizione ogni giorno tre persone che ci assistevano nello sviluppo del progetto. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato ai lavori del nostro Comitato del Cuore, i capi settore che ci hanno permesso di distaccare le persone e di organizzare le squadre, il nostro coordinatore Rachele Zizza. E il nostro direttore Maurizio Bisegna: abbiamo saputo da poco che la sua esperienza qui da noi sta per terminare e questo progetto lo intendiamo anche come un regalo a lui, per quello che ci ha trasmesso col suo operato e per il sostegno che non ci ha fatto mai mancare anche in passato in progetti come questo.

Il progetto è stato sostenuto anche dal territorio, c’è stato un coinvolgimento della comunità?

Mi fa piacere in particolare sottolineare la partecipazione di tanti nostri ex-colleghi con cui siamo rimasti in contatto. Avendo visto che il progetto prendeva piede, e sposando l’idea di fare qualcosa di concreto e importante per agevolare la vita di persone disabili, hanno espresso il desiderio di dare un contributo. Per la giornata di sabato, inoltre, in cui ci saranno da dare gli ultimi ritocchi, abbiamo già registrato la disponibilità di altre persone esterne. Del resto la spiaggia, per noi che viviamo qui a Mondello, è davvero un fiore all’occhiello: alle persone che venendo in spiaggia ci hanno visto in questi giorni e ci vedranno anche sabato lavorare, penso che la nostra presenza abbia fatto un certo effetto, abbia avuto un certo impatto e magari abbia spinto qualcuno a proporsi per dare una mano. La casetta, una volta sistemata, sarà inoltre ornata di una targa commemorativa di questa iniziativa. Anche questo, naturalmente, non può che farci molto piacere.

Verso il Bricolage del Cuore del 17 giugno: Leroy Merlin Rozzano per l’Associazione Kayròs Onlus di Vimodrone (Milano)

Alessandro Bonsignore, Consigliere di Vendita del Negozio Leroy Merlin Rozzano, racconta dell’iniziativa in cui sarà impegnato con i suoi colleghi (e quelli del Negozio Leroy Merlin Corsico) in occasione del Bricolage del Cuore del 17 giugno.

Alessandro Bonsignore,
Consigliere di Vendita

Quale sarà il progetto a cui vi dedicherete sabato prossimo?

Fra le associazioni che avevamo individuato in vista del Bricolage del Cuore, la nostra scelta è caduta sull’Associazione Kayròs Onlus, di Vimodrone, che si occupa di minori e giovani uomini fino ai 25 anni che stanno scontando la pena per aver commesso reati. Abbiamo coinvolto il Negozio Leroy Merlin di Corsico e con Luca Pereno e Simona Orilia siamo andati tutti insieme presso la sede di Kayròs per incontrare il direttore della Onlus e visionare la struttura. Parlando del progetto, abbiamo visto che avremmo potuto realizzare dei lavori coinvolgendo non solo GDV, i membri del Comitato, i collaboratori più sensibili e quelli con una maggiore manualità, ma anche gli educatori e gli artigiani volontari che già prestano servizio presso l’associazione. E gli stessi ragazzi detenuti. Ma oltre alle iniziative per il Bricolage del Cuore, alle donazioni tramite il portale “Regusto” e ad eventuali laboratori per insegnare ai ragazzi un mestiere, ho pensato ad un progetto di inclusione ancora più ambizioso. Prima di indirizzare la scelta verso Kayròs, infatti, sapevo che una delle Leader Persone e Cultura Negozio, tramite Luca Pereno, aveva avviato un progetto di inclusione per coinvolgere un ragazzo che stava scontando una pena per reati minori: il racconto che mi ha fatto di quest’esperienza, quando le ho chiesto delucidazioni in merito, è stato entusiasmante! Così mi sono chiesto: perché non replicare l’esperienza con i ragazzi di Kayròs? Anche perché in base alla stagionalità, i vari reparti dei Negozi hanno bisogno di inserire persone che abbiano voglia di lavorare: se potessimo far entrare i ragazzi di Kayròs, non solo sensibilizzeremmo i collaboratori ma mostreremmo anche ai giovani detenuti che c’è sempre una seconda opportunità e li metteremmo nelle condizioni di imparare un mestiere. Il fatto di essere inclusi e sentirsi protagonisti in azienda, inoltre, darebbe loro una nuova consapevolezza e una spinta al cambiamento: li aiuterebbe a ricordare che, al di là di qualsiasi etichetta che possa venire appiccicata loro addosso, sono persone.

Com’è avvenuto il coinvolgimento dei Collaboratori?

Le Leader Persona e Cultura dei Negozi di Rozzano e Corsico, Giulia e Lucia, hanno spiegato che avremmo regalato all’associazione un relooking della “casa arancione”, uno dei loro alloggi. Dopo averlo saputo, i collaboratori ed i Comitati dei Negozi hanno mostrato estremo entusiasmo nell’accogliere l’iniziativa. Sono stati riorganizzati i reparti per garantire le coperture e sono state create le squadre per poter lavorare presso Kayròs anche nei giorni immediatamente precedenti il 17 giugno. L’obiettivo era ripristinare e ridipingere tutte le pareti dei due piani dell’alloggio: una sfida ardua, ma da cogliere assolutamente.

C’è stata risposta anche da parte del territorio?

Sì, la risposta del territorio c’è stata ed è stata importante. Tuttavia per gli ingressi in comunità ci sono una serie di regole da rispettare, ad esempio per quanto riguarda la proporzione da mantenere tra esterni ed interni. Per questo motivo, oltre ad artigiani ed educatori volontari, ragazzi detenuti e noi membri dei Negozi, non è stato possibile coinvolgere altri.